10-11-2018 ore 18:04 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Piazza Duomo compatta: ‘No al Ddl Pillon’. Ecco le motivazioni di Dire e Arcigay

“Il decreto legge proposto dal senatore Pillon sulla revisione della separazione e dell’affido ci porta indietro di 50 anni e intende trasformare le vite degli ex coniugi e dei loro figli/e in una trappola ed in contabilità di tempi e denari”. In piazza Duomo per “dire no alla proposta e chiedere di ritirare il disegno di legge”, stamattina a Crema si sono dati appuntamento privati cittadini, Arcigay, esponenti della Commissione anti-discriminazione di genere dell’Arci di Ombriano, dell’associazione Donne contro la violenza, del mondo del terzo settore, oltre all’assessore alla cultura Emanuela Nichetti e al sindaco Stefania Bonaldi.


Ddl classista e omofobo

Secondo Arcigay il Ddl è “espressione di una cultura misogina, classista e omofoba e va assolutamente ritirata”. Il segretario nazionale Gabriele Piazzoni sottolinea che “il provvedimento restringe le libertà individuali: svuota il ruolo dei giudici e regolamenta a priori questioni che andrebbero invece valutate caso per caso. Riporta la genitorialità nell’ambito esclusivo della coppia eterosessuale, ignorando e fingendo che non esista la realtà delle famiglie omogenitoriali”.


Squilibri di spesa e mantenimento

Nello specifico i centri antiviolenza si oppongono alla mediazione obbligatoria perché “viola apertamente il divieto previsto dall’art. 48 della Convenzione di Istanbul e genera uno squilibrio tra chi può permettersi questa spesa per la quale non è prevista assistenza con patrocinio e chi non può”. All’imposizione di “tempi paritari, doppia residenza, divisione a metà dei figli/e considerati alla stregua di beni materiali in nome del principio della bigenitorialità”. Ferma opposizione al “mantenimento diretto perché le diverse capacità economiche dei genitori comporteranno una disparità di trattamento dei figli quando saranno con l’uno o l’altro genitore”.


Piano genitoriale

No anche al “piano genitoriale perché incrementa le ragioni di scontro tra genitori e fissa un piano che non tiene conto delle continue modifiche necessarie in base alla crescita del minore, oggetto e non già soggetto di diritto, con conseguenti potenziali complicazioni nella gestione ordinaria”. Infine, ferma opposizione alla codificazione dell’alienazione parentale perché “viene ignorato il diritto del minore di rifiutarsi di mantenere un rapporto con un genitore che sia in vario modo inadeguato o che lo abbia esposto a situazioni di violenza domestica”. In sostanza “il disegno di legge Pillon deve essere ritirato”.

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