10-06-2025 ore 08:44 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Referendum 2025 su lavoro e cittadinanza. Losco: ‘un’Italia che resiste, nonostante tutto’

“È inutile girarci attorno: il quorum non è stato raggiunto. E, sebbene sapessimo che sarebbe stato un traguardo proibitivo, il nostro obiettivo era cambiare leggi ingiuste. Ci abbiamo provato con coraggio, a viso aperto, nella consapevolezza che il risultato sarebbe stato difficile, ma la battaglia necessaria”. Per Paolo Losco, segretario provinciale di Sinistra Italiana Cremona “i problemi che questi referendum, pur senza la pretesa di risolvere tutto, volevano affrontare restano tutti sul tavolo: la precarietà, l’assenza di tutele, un lavoro sempre più povero, le centinaia di migliaia di infortuni e le troppe morti sul lavoro, specialmente negli appalti. E restano anche tutte le persone che lavorano, pagano le tasse, studiano, vivono in Italia, sono italiane nei fatti ma non sulla carta”.

Cavalcato l’astensionismo

“Sono temi che meritano risposte, non silenzi e che questa campagna, pur non centrando l’obiettivo, ha rimesso al centro del dibattito. È un peccato che la destra abbia deciso di politicizzare questi referendum. Ma lo ha fatto con la codardia di chi si sottrae al confronto democratico, cavalcando irresponsabilmente un astensionismo già alto, ormai strutturale a ogni tornata elettorale. Le analisi sono molteplici, ma una è evidente: questa destra ha paura del voto e della democrazia. Lo ha dimostrato con la chiamata all’astensione, con il boicottaggio mediatico — secondo Agcom, meno dell’1% dello spazio nei Tg e nei talk è stato dedicato ai referendum — con la scelta di una data infelice, buona solo per invitare la gente al mare, e con la strumentalizzazione del referendum sulla cittadinanza, travisato con slogan tossici come “la cittadinanza non si regala”, senza mai entrare nel merito”.

Al voto 15 milioni

“Un patriota non ha paura del voto. Un patriota – prosegue Losco - non resta indifferente di fronte a centinaia di migliaia di giovani costretti a emigrare per colpa di un mercato del lavoro che li sfrutta e li priva di prospettive. Un patriota non può voltarsi dall’altra parte quando il lavoro uccide, in nome del profitto. Eppure, nonostante tutto, a votare ci sono andati in oltre 15 milioni. In attesa dei dati definitivi, sappiamo che moltissimi di loro lo hanno fatto per dire SÌ. Hanno scelto la partecipazione, non l’indifferenza. Hanno scelto di opporsi a una campagna mediatica antidemocratica e all’oscuramento della politica”. Per il segretario della Sinistra “è un’Italia che resiste. Un’Italia che vuole un’alternativa, che pretende un futuro. Un’Italia che la destra ha deciso di non ascoltare e, anzi, di mettere a tacere. Un’Italia che oggi è una grande minoranza, ma che sarà presto maggioranza”.
 

Ridare fiducia
“E non possiamo ignorare il dato più amaro: oltre il 70% degli aventi diritto ha scelto di non votare. Una parte lo ha fatto su consiglio della destra. Siamo convinti che molti siano semplicemente sfiduciati, stanchi, arrabbiati. E allora è nostro compito, con coerenza e concretezza, uscire dalle ambiguità e ridare fiducia. Parlare chiaro. Costruire un’alternativa solida. Ricostruire senso, partecipazione, cittadinanza. Usciamo dall’indifferenza. In ultimo, un grazie sincero a tutte le persone che in tutto il Paese, e non meno nella nostra provincia, si sono spese con generosità, passione e competenza per questa scalata difficilissima. È l’Italia solidale, che non si risparmia, che non si arrende, e che crede in un futuro che, ne siamo certi, ci riprenderemo”.