“L’ennesimo tentativo della sinistra di sfrattare il governo di centrodestra si è infranto contro l’indifferenza popolare. I referendum, lanciati come un’arma politica travestita da battaglia civile sono naufragati, con il quorum che ufficialmente non è stato raggiunto”. Per Andrea Bergamaschini, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Crema, “si tratta di un segnale forte, inequivocabile: il popolo italiano non si fa strumentalizzare. La verità è che la sinistra ha sbagliato tutto. Ha trasformato uno strumento nobile come il referendum in un goffo colpo di teatro, convinta che bastasse sventolare lo spauracchio del governo per mobilitare le masse. E invece? Silenzio. Disinteresse. Un clamoroso vuoto di consensi.
Senza cedere alle provocazioni
“Perché quando un’iniziativa non nasce da un reale bisogno della gente, ma solo da un piano politico di palazzo, finisce per implodere. Il governo di centrodestra esce da questa vicenda rafforzato, senza dover cedere alla provocazione. È rimasto dove deve stare: al lavoro, con responsabilità e serietà. Mentre la sinistra si accanisce in imboscate referendarie che non scaldano i cuori di nessuno, chi guida il Paese continua a farlo con coerenza e concretezza. E gli italiani lo vedono. Ma il colpo più goffo arriva da chi dovrebbe difendere il mondo del lavoro: Maurizio Landini. Anziché proteggere i lavoratori, ha scelto di giocare alla politica, affiancando una sinistra in crisi d’identità. Ha guidato il sindacato fuori dal suo ruolo naturale, trasformandolo in una piattaforma ideologica contro il governo. Il risultato? Una sconfitta sonora, che ha bruciato anche quel poco di credibilità rimasta. Lontano dalle fabbriche, lontano dai problemi reali, sempre più vicino a un teatrino politico che non interessa più a nessuno”.
Il vuoto ideale
“Quello a cui abbiamo assistito – prosegue Bergamaschini - non è solo un fallimento tattico, è un segnale di vuoto ideale. La sinistra ha perso il contatto con il Paese reale. Non parla più alle persone, ma solo a se stessa, rincorrendo scorciatoie che si rivelano sempre più dei vicoli ciechi. In fondo, il vero autogol non è solo aver promosso un referendum destinato a fallire. È l’ostinazione cieca con cui la sinistra continua a ignorare la realtà di un Paese che ha voltato pagina. È la presunzione di poter abbattere un governo stabile con manovre da retrobottega, mentre milioni di italiani chiedono serietà, concretezza e risposte. Il popolo italiano ha già scelto da che parte stare. E non è certo dietro le bandiere sbiadite di chi ha perso il Paese, il consenso e ormai anche la dignità politica”.