10-05-2022 ore 12:13 | Politica - Sergnano
di Denise Nosotti

Biometano: giovedì 12 maggio la conferenza dei servizi con un documento congiunto

Giovedì 12 maggio, nella sala del comune di Sergnano, si svolgerà la conferenza dei servizi per discutere della richiesta, avanzata dalla società ‘Energia verde bio Sergnano’ di ‘procedura abilitativa semplificata per l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili’ per la nuova costruzione e messa in esercizio di un impianto per la produzione di bio metano. Sono chiamati a partecipare all’incontro, oltre ovviamente all’amministrazione sergnanese, anche i comuni di: Casale Cremasco, Pianengo, Ricengo, Campagnola Cremasca, Capralba, Caravaggio, Mozzanica e Castelgabbiano. Oltre a questi parteciperanno anche l’Ats Valpadana, la provincia di Cremona, il parco del Serio, i vigili del fuoco e l’Arpa. L’argomento è stato oggetto di discussione per lungo tempo, di confronto tra tutti gli attori in campo.

 

‘Inquinamento dell’aria’

Ora è tempo di dare un parere. I sindaci dei comuni di Casale Cremasco, Pianengo, Ricengo, Campagnola Cremasca presenteranno un documento condiviso con la posizione che andranno ad assumere, che è quella di contrarietà verso un impianto che parrebbe presentare criticità soprattutto dal punto di vista ambientale che viabilistico. questi comuni rimanderanno la decisione finale alla provincia, che è vincolante. Il primo punto che viene evidenziato nel documento riguarda l’inquinamento dell’aria. “La provincia di Cremona ha la qualità dell’aria peggiore della Lombardia. Ogni nuovo contributo in termini di inquinamento rappresenta l’aggravarsi di una situazione già fortemente compromessa e critica per la salute dell’ambiente e soprattutto dei cittadini. La realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di biometano comporta l’emissione di nuovi inquinanti aerei principalmente in due modi: diretto, con l’emissione di inquinanti e polveri imputabili alla combustione che avviene all’interno dell’impianto; indiretto, imputabile all’emissione di inquinanti da parte dei mezzi che trasportano il materiale da digestare all’interno dell’impianto”. Questi diventano inquinanti anche per il suolo. Da qui gli inquinanti si trasferiscono ai vegetali coltivati o all’acqua della falda e successivamente all’uomo per ingestione”. 

 

Caldaia a biomassa

Inoltre, “è prevista l’installazione di una caldaia a biomassa che ha la funzione di riscaldare il digestato del fermentatore e del post fermentatore. Rappresenta una forte criticità per la produzione e conseguente immissione in atmosfera di polveri sottili, problema di inquinamento già fortemente presente nella zona, come già spiegato in precedenza. Per questo motivo, la combustione di biomasse dovrebbe sempre essere evitata, in particolare all’interno di impianti e strutture non residenziali”. Il documento fa riferimento anche alla nota di Ats. “Gli impianti di combustione a biomassa in territori con una qualità dell'aria già compromessa da decenni dovrebbero essere realizzati solo nel caso in cui siano finalizzati a soddisfare un bisogno essenziale, quale il riscaldamento domestico”.

 

Impatto paesistico

Altro argomento a sostegno della tesi dei comuni sopra citati riguarda l’impatto paesistico. “Dalla relazione di impatto paesistico pervenuta è emersa la necessità di realizzare una mitigazione. L’area sulla quale si intende realizzare il nuovo impianto rientra in un ampio ambito agricolo, piuttosto compatto e solo saltuariamente interrotto dalla presenza di strutture diverse da quelle a scopo agro-zootecnico. La coltivazione prevalente è di tipo intensivo, ma ancora sopravvivono risorse paesaggisticamente ed ecologicamente rilevanti quali filari e piccoli boschetti di latifoglie; è ancora attivo il sistema di rogge e canali di irrigazione. Sono anche presenti complessi isolati di edifici ad uso agricolo e zootecnico in stato di utilizzo o di semi abbandono. Il nuovo impianto rappresenta una criticità dal punto di vista paesaggistico, trattandosi di una tipologia costruttiva che non ha nulla a che vedere con le architetture tipiche della campagna della pianura. Per tale motivo è già stata riscontrata l’esigenza paesistica di realizzare una mitigazione, che purtroppo rimarrà tale, ovvero una semplice maschera che tenterà di nascondere parzialmente la struttura del nuovo impianto.

 

La viabilità

“Il nuovo impianto sarà costruito sulla strada provinciale 135. Si presenta come strada di piccole dimensioni (una sola corsia) e si articola lungo i confini dei numerosi campi coltivati che vanno a costituire l’ambito agricolo di Sergnano. È una strada a servizio dei campi, in tratti adeguatamente asfaltata, in altri dissestata, inadeguata per sostenere in sicurezza il traffico veicolare derivante dal funzionamento di un impianto per la produzione di biometano. In particolare, l’approvvigionamento di materia per il funzionamento dell’impianto avviene con mezzi di dimensioni medio-grandi, quindi sussistono forti dubbi sulla possibilità di transitare sulla sp 135 in sicurezza con mezzi di questo tipo, anche in considerazione della presenza di curve molto strette lungo il percorso. Per queste ragioni, l’aumento del traffico veicolare, soprattutto di mezzi di grandi dimensioni, sarà una criticità significativa che genererà non pochi problemi di fruizione sicura e agevole”.

1829