10-03-2018 ore 17:11 | Politica - Dalla provincia
di Andrea Galvani

Alto cremasco. Inquinamento pozzi e bontà dell'acqua, Ato 'preoccupato' chiede garanzie

Stando alla normativa vigente, per quanto concerne l’acqua destinata al consumo umano, il gestore è tenuto a “garantirne l’idoneità al consumo” attraverso una serie di controlli. Verrebbe da dire “la bontà”. Nel caso venissero “evidenziate criticità”, il gestore sarebbe tenuto “ad individuare le causa di non conformità, attuare i correttivi gestionali necessari e programmare gli interventi per garantire il rispetto dei valori di parametro”.


Il documento dell’Ato

Al riguardo, ormai è nota la vicenda dello sversamento di sostanze inquinanti al confine tra il Cremasco ed il Bergamasco. Qui e in allegato approfondimenti e dettagli. Aggiungiamo solo che al momento non sono ancora stati resi noti i risultati dei controlli e che la questione non riguarda l'acqua potabile. La novità è la presa di posizione ufficiale dell’Ato, l’ufficio d’ambito della Provincia di Cremona. L’8 marzo 2018 l’azienda speciale per la pianificazione e la regolazione dei servizi idrici ha inviato una lettera ufficiale a Padania Acque, Provincia di Cremona (settore ambiente e territorio), comuni di Castel Gabbiano, Camisano, Casale Cremasco Vidolasco e al presidente dell’Area omogenea cremasca, Aldo Casorati. Inequivocabile l’oggetto: “Inquinamento pozzi alto cremasco”.

 

Diverse sostanze inquinanti cancerogene”

Nel documento – protocollo numero 887 - viene specificato che “a tutt’oggi il monitoraggio del sistema gestito nell’area di interesse non ha evidenziato alcun elemento di criticità” e “che la falda interessata dall’inquinamento è quella più superficiale, non usata a fini acquedottistici”. Eppure, scrive il presidente del consiglio di amministrazione dell’Ato, Doriano Aiolfi, “intendo esprimere la preoccupazione personale e della struttura che presiedo relativamente al rinvenimento in alcuni pozzi (esterni al servizio di acquedotto), di diverse sostanze inquinanti cancerogene”.


Adeguata informativa

Padania Acque viene quindi invitata “a fornire agli utenti del servizio idrico dell’area interessata un’adeguata informativa che rassicuri sull’estraneità dell’acquedotto” all’inquinamento e sulla “capacità di intervento tempestivo in caso di rischio di peggioramento della qualità dell’acqua distribuita”. La lettera si chiude col suggerimento di “tenere aggiornato anche l’Ufficio d’ambito” sull’evolversi della situazione, “per consentire ai tecnici di acquisire la documentazione utile” a valutare, insieme al gestore, “l’eventuale futura opportunità di pianificare idonei interventi infrastrutturali”.

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