09-11-2021 ore 18:30 | Politica - Milano
di Gloria Giavaldi

Riforma Legge 23, maratona in regione: già depositati oltre quattro mila ordini del giorno

Da domani, mercoledì 10 novembre il consiglio regionale della Lombardia discuterà la riforma della legge regionale 23 targata Fontana - Moratti. Previste sedute ogni giorno (esclusi sabato e domenica) fino al 26 novembre. Non saranno ammissibili votazioni a scrutinio segreto. Già depositati quasi duemila emendamenti e oltre quattromila ordini del giorno. Le opposizioni Pd e M5s promettono battaglia. Per il consigliere regionale dem Matteo Piloni, per uscire più forti dalla pandemia si rende necessaria “una riforma vera, non l'ennesimo cambio di denominazione che non risolve i problemi dei cittadini. Fontana e Moratti hanno dovuto introdurre elementi molto positivi, perché obbligati dal governo e allettati dai fondi europei. Si tratta delle case e ospedali di comunità: luoghi dove il cittadino può trovare tutte le cure primarie e di routine, a partire dal medico di base e dallo specialista. Ma occorre che chi governa ci creda davvero, altrimenti si tratterà solo di un cambio di insegna sulla porta d'ingresso e di uno spostamento di personale da una parte all'altra. Nei confronti della sanità privata, a cui oggi la regione dà ingenti risorse senza imporre la propria programmazione, la nuova riforma riesce ad essere ancora più generosa, stabilendo per la prima volta l'equivalenza con la sanità pubblica”.

 

Le esigenze del Cremasco

L'obiettivo per Piloni è “portare in aula la voce dei cittadini, per una sanità diversa e più vicina alle esigenze delle persone”. Focalizzando l'attenzione sulle necessità del territorio cremasco, si passa dal potenziamento dei servizi di neuropsichiatria infantile dell'infanzia e dell'adolescenza, all'attivazione di 20 posti letto già contrattualizzati per la riabilitazione presso la Fondazione benefattori cremaschi, fino alla realizzazione di una casa ed un ospedale di comunità presso il presidio Santa Marta con il mantenimento della riabilitazione, per chiudere in bellezza con il nodo dell'ex tribunale, in cui si vorrebbe realizzare una casa di comunità. Poi “restano ferme le richieste generali come l'abbattimento delle liste d'attesa, grazie anche a un'unica agenda di prenotazioni, l'aumento dei medici di base, l'aumento delle risorse e una loro migliore distribuzione per la disabilità, il sostegno al progetto di vita per le persone autistiche, la necessità di recuperare le visite e gli esami sospesi a causa della pandemia”.

 

'Non faremo sconti'

Sulla stessa linea d'onda il collega del M5s Marco Degli Angeli, promette: “non faremo sconti”. Secondo Degli Angeli quello che si va a discutere è “il modello Formigoni abbracciato da Fontana e Moratti: pazienti lasciati soli nel labirinto burocratico senza che ci sia una adeguata rete territoriale a supporto. Tagli ai reparti, nessuna assistenza domiciliare, una sanità che si basa solo sulle eccellenze ospedaliere ma che dimentica la persona. Medici, operatori sanitari ed infermieri marginalizzati e sacrificati nei business plan di direttori generali impegnati a non deludere la classe politica che li ha nominati. Tutto parte da 1999: uno smantellamento della sanità pubblica a favore degli utili del privato”.

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