09-11-2020 ore 20:20 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. In Consiglio l'accordo con Gestopark e i 530 nuovi stalli: ‘si è salvato il salvabile’

Oggi si è tenuto il primo dei probabili quattro consigli comunali di novembre. Convocato in seduta straordinaria si è aperto con la richiesta del M5s che vista la situazione sanitaria e i dati in costante aggravamento “le Rsa garantiscano massima sicurezza e confronto costante col consiglio comunale”. Ovvero non si chiudano a riccio. Parlando dello stato dell’arte della piscina, invece, non sono emerse novità sostanziali. Il centro natatorio è chiuso dal Dpcm e la Sport management (che ha ottenuto 180 mila euro sugli oltre 300 mila richiesti per riaprire lo scorso giugno, 150 dei quali da rendere entro il 2040), senza anticipare nulla al Comune, ha chiesto il concordato preventivo in continuità aziendale ed ora ha incaricato dei professionisti di realizzare il piano da presentare al Tribunale di Verona. I vari creditori attendono. Il Comune pure. I consiglieri di minoranza fiutano aria funesta. Affrontando il tema del miglioramento della viabilità, l’assessore Bergamaschi è tornato su via Kennedy, che nei prossimi anni sarà interessata da una corposa rivisitazione. Sia per quanto riguarda il verde pubblico che l’illuminazione aerea, “ormai obsoleta”.

 

Gli (eccessivi) 530 stalli in più

I lavori sono proseguiti con l’informativa sul contratto transattivo chiuso dal Comune con Gestopark. La società savonese dal prossimo luglio non gestirà più gli stalli a pagamento della città (in allegato i dettagli). Da quanto spiegato dall’amministrazione (prima ai capigruppo e poi in conferenza stampa), la risoluzione è avvenuta per “reciproca insoddisfazione” ma che in fin dei conti al Comune è andata bene, perché l’accordo ha spento un fuocherello che rischiava di diventare un pericolosissimo incendio. Nel dibattito che ne è seguito, Stefania Bonaldi ha sostenuto che “l’attuale Pianificazione prevede la realizzazione di 530 nuovi parcheggi a pagamento”. Sul punto pare che il gestore avrebbe potuto vincere in sede legale. Per loro non sarebbe stata una ipotesi (come sostenuto dal Comune) ma un obbligo, consentendo di rientrare dagli investimenti. E qui sta il nocciolo della vicenda. Perché per il sindaco il piano “è da riconsiderare, alla luce di nuove modalità di concepire la modalità urbana, perché per una città come Crema altri 530 parcheggi sono eccessivi”.

 

La pietra tombale e il problema

Secondo Manuel Draghetti, del Movimento 5 stelle, “il Comune dovrebbe mettere una pietra tombale sull’ipotesi di realizzare i 530 nuovi parcheggi in città”. Anche perché “i parcheggi a pagamento andrebbero diminuiti, non aumentati”. Per quanto riguarda il prossimo futuro, “la gestione dovrebbe essere in house, fatta direttamente dal Comune”. Abbracciando gli ultimi sette anni, “la continua esternalizzazione dei servizi denota l’incapacità politica della giunta Bonaldi” di far rispettare i contratti e gestire i servizi. Pungente, per Forza Italia, Simone Beretta: “parto da una preoccupazione di fondo basata sull’accordo transattivo. Con un calcolo a spanne, fino a giugno 2021, il Comune avrà una perdita di circa 600 mila euro in parte corrente e non investimenti”. Per farla breve, quello con Gestopark “è stato un contratto scritto con i piedi. Sono anni che dico che alcuni dirigenti del Comune sono un problema. La valutazione politica è molto pesante”. E “le responsabilità molto chiare”.

 

Il commissioning e la politica degli annunci

Sulla vicenda la valutazione politica della Lega è “molto negativa”. Dall’inizio dell’appalto, ha spiegato il capogruppo Andrea Agazzi, “è apparso chiaramente che il servizio non andava verso la direzione promessa. Eppure questa amministrazione ha fatto una continua politica di annunci, salvo poi tornare indietro e arrancare: piscina, gestopark, mura venete”. L’amministrazione Bonaldi si è contraddistinta per una “forte politica di esternalizzazione dei servizi: non sono contrario, ma bisogna essere in grado di esercitare adeguatamente la parte di commissioning per non andare in difficoltà”. E nel caso in esame, il Comune è andato incontro ad una lunga serie di difficoltà e i cittadini a infiniti disservizi. Uscendone per il rotto della cuffia e con perdite ingenti.

 

Il salvabile e il competitor

Per le civiche di maggioranza è intervenuto Francesco Lopopolo, sostenendo che “l’accordo salva il salvabile” e le perdite “le avremmo comunque avute” e sono da ricercarsi “nel Covid”. In sostanza, l’azione del sindaco si configura come “adeguata, confacente e risolutiva della situazione che si era creata”, soprattutto perché “non lascia strascichi giudiziari”, che finiscono con il “trasformarsi in disservizi per i cittadini”. Pacato e ficcante Enrico Zucchi: “la mediazione porta sempre a qualcosa di positivo”. Eppure, “una critica è opportuno farsela”. Per il competitor di Stefania Bonaldi (che ha sottolineato come sia stata rieletta con fatica, passando dal ballottaggio), “su un po’ troppi contratti e concessioni ci sono stati dei problemi”. Con Gestopark “si è arrivati a mediare” perché evidentemente “qualcosa si è sbagliato”. Anche “sulla piscina è stato concesso qualcosa di troppo”. Il presidente dell’Ac Crema 1908 ha punzecchiato la maggioranza (e quindi i cugini della Pergolettese) “sulla questione delle luci al Voltini: prima si allunga la convenzione e poi si scopre che le luci non vanno bene”. In sostanza, “sono troppo frequenti le occasioni in cui ci si accorge dopo che si è lavorato male prima”. Molti di questi “problemi”, ha sostenuto Zucchi, la maggioranza se li è tirati addosso; “in tre anni non ho mai ricevuto una richiesta di confronto, ma mi sono sempre prodigato nel portare avanti le cose nella massima serietà possibile”. Andando al punto, le “lacune in fase progettuale” avrebbero potuto (e potrebbero in futuro) essere “superate con la volontà di scambiare un po’ più di informazioni” e “collaborando”, almeno un po’, anche con l’opposizione. Argomento ripreso da Laura Zanibelli: “non basta dire che operando si può sbagliare”.

 

Il vocabolario politico e le cose interessanti

D’accordo con l’avvocato Zoppolato sul “portare a casa qualcosa per non rischiare di non portare a casa niente”, Emanuele Coti Zelati ha parlato di “forte rammarico”, per aver all’epoca “votato a favore” della concessione “perché c’erano elementi che sembravano interessanti, dalla sosta gentile alla gestione intelligente dei parcheggi”. Che a conti fatti, così arguta non è poi stata. Venute meno queste due caratteristiche essenziali, di quell’idea tanto innovativa “resta quindi molto poco”. L’accordo transattivo finisce con l’essere “l’ammissione di un grosso errore”. Per il capogruppo della Sinistra “non si è presidiato il tema con sufficiente attenzione”; al punto che, come sempre, “il costo dell’insuccesso va a finire sulle spalle dei cittadini”. Parlando di “pressapochismo”, Coti Zelati ha sostenuto che nell’azione quotidiana svolta dall’amministrazione Bonaldi “non si cura abbastanza l’interesse pubblico nel momento in cui viene dato in gestione al privato un servizio collettivo”. Insomma, dire “abbiamo sbagliato”, in conclusione, “non è ancora entrato nel vostro vocabolario politico”.

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