09-10-2018 ore 16:00 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Protocollo antismog. Ora l'Area omogenea cremasca studia ‘una formula territoriale’

Con l’obiettivo di “agire nella direzione del contrasto alla diffusione delle polveri sottili ma consapevoli dei limiti e delle criticità emerse nella sperimentazione dell'anno scorso” ed in particolare provare ad “avviare una formula territoriale di adesione al regolamento regionale”, l’amministrazione comunale di Crema ha deciso di invitare i sindaci dell'Area Omogenea ad un momento di confronto”. L’appuntamento è per il prossimo venerdì 19 ottobre a Crema.

 

Adesione volontaria e limitazioni

Nella lettera d’invito firmata dal sindaco Stefania Bonaldi e dall'assessore all’ambiente Matteo Gramignoli integrale in allegato - si ricorda che la città di Crema e l’area Cremasca sono escluse dalle limitazioni regionali “sebbene sia a tutti noto come i livelli di inquinamento atmosferico anche nel nostro territorio siano tutt’altro che incoraggianti”. Lo scorso anno il Comune di Crema ha deliberato l’adesione volontaria alla norma regionale facendo emergere una serie di criticità: “Il tema cronico dei controlli”, in particolare per “comportamenti e stili di vita privati, ovvero riscaldamento domestico o l’uso di stufe a pellets, che restano di difficile verificabilità dalla polizia locale”.

 

Discussione territoriale

Crema – si legge nel documento inviato ai sindaci – esercita “una naturale polarità per i servizi sovra comunali: dalla sanità alle scuole, dal mercato ai negozi cittadini ai servizi pubblici come acqua ed energia”. Arriva giornalmente “una mole consistente di persone dai paesi limitrofi” e il trasporto pubblico locale “assolve solo in parte” delle necessità di trasferimento. In sostanza, “prima di adottare in toto la regolamentazione regionale, si è deciso di “condividere un momento di riflessione con tutti i Comuni dell’Area omogenea cremasca”. Tema molto delicato e soprattutto “impegnativo” il vincolo offerto dalle norme, “la cui valenza è indiscussa ma la cui obbligatorietà potrebbe ritorcersi anche sulle fasce più deboli”, ovvero su chi non può permettersi di cambiare l’auto ed è comunque costretto ad utilizzarla perché per ragioni logistiche od orarie non può usare i mezzi pubblici.

730