08-09-2015 ore 14:02 | Politica - Dalla provincia
di Andrea Galvani

Padania Acque, approvata la fusione. Nasce un'unica società di gestione, interamente pubblica. Il centrodestra diserta il voto

Ieri l'assemblea dei soci ha approvato la fusione per incorporazione di Padania Acque gestione in Padania Acque Patrimonio spa. La nuova azienda, totalmente pubblica, avrà il compito di gestire il servizio del ciclo idrico per l'intera Provincia di Cremona. Dati gli obblighi di legge, secondo i quali era necessario provvedere alla fusione della società gestionale e di quella patrimoniale, permane forte l'attrito tra i due schieramenti. Corposo il risparmio, calcolato in circa 200 mila euro nella gestione ordinaria, con la promessa di uno snellimento della burocrazia e di una maggior celerità nelle procedure di realizzazione delle infrastrutture. Ora si apre la parte degli adempimenti burocratici, documentali e notarili, che si completeranno nell'arco di qualche mese, mentre ieri i soci del centrosinistra hanno preferito rimandare la votazione dei membri del Consiglio di amministrazione alle prossime settimane, contando si possa ricreare un clima 'politico' più consono.

 

Centrosinistra

Per il centrosinistra i commenti sono positivi: si tratta di “un passaggio atteso da anni, che rafforza la volontà del territorio di migliorare i servizi dei cittadini”. In particolare la gestione dell'acqua rimane pubblica, “come previsto dallo spirito del pronunciamento referendario”; con la fusione, “finalmente, arriva lo sblocco degli investimenti sulle reti e sugli impianti”. Nei prossimi 20 anni, sono infatti “previsti 418 milioni di investimenti nel nostro territorio, con ovvie, positive ricadute anche a livello economico”.

 

Centrodestra furente

Di contro, l'iniziativa è stata fortemente contestata dal centrodestra, che ha deciso di non partecipare all'assemblea e di far recapitare un documento (integrale in allegato), letto all'inizio dei lavori. In sostanza, il percorso che ha portato alla fusione di Padania Acque “è stato caratterizzato dalla più alta concentrazione di violazioni di metodo e merito cui la nostra provincia abbia assistito. Il PD, forte dei numeri, non ha esitato a occupare sistematicamente ogni poltrona, sostituire amministratori critici, revisori attenti, avallare conflitti d’interesse, favorire comuni amici, eleggere ineleggibili, ignorare pareri di professionisti incaricati e doverose richieste di approfondimenti ripetutamente espresse da membri del Comitato di Indirizzo e Controllo della società stessa!”

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