08-08-2016 ore 20:44 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. I ritardi del Consiglio comunale sulla questione giovanile. Lucia Piloni: “finora è mancato il coraggio di provare”

Il più recente insediamento in sala degli Ostaggi risale al 23 giugno scorso. Al posto del dimissionario Camillo Sartori è subentrata Lucia Piloni, tra i banchi della maggioranza ed espressione di Rifondazione Comunista. Non molto si può vedere in un mese, men che meno ad estate inoltrata. In poco più di 30 giorni e 5 sedute consiliari, l’idea che Piloni s’è fatta è che “ciò che si recepisce dai giornali spesso è vero: di conflitti ce ne sono molti”.

 

Corrisponde all’immagine che aveva del Consiglio?

“L’idea che avevo me l’ero creata dalla lettura dei quotidiani. Posso dire che quello che si legge è ciò che avviene nella realtà. Se, da una parte, continuo a ritenere che un luogo di pluralità sia fonte di arricchimento, dall’altra osservo come a volte si venga meno al raggiungimento del bene superiore dei cittadini solo per via dei parecchi arroccamenti”.

 

Se l’aspettava diverso?

“Ho fatto parte di un altro Consiglio, quello della Fondazione Benefattori Cremaschi. Lì le dinamiche erano più funzionali: si discuteva, anche parecchio, ma il dibattito era argomentato ed era più efficiente. Qui i tempi sono più lunghi, il confronto più esteso. Presumo che i toni utilizzati da alcuni esponenti siano dovuti alla vicinanza della scadenza elettorale. Su alcuni argomenti si potrebbe discutere più serenamente, invece si tende a far sentire i propri distinguo”.

 

Quali obiettivi si è prefissata?

“Ho accettato l’incarico per mantenere continuità con il mio partito, per mantenere la voce di Rifondazione comunista in Consiglio. Ragiono in termini di principi e di benessere. Porsi degli obiettivi e raggiungerli sarebbe troppo complesso: a Crema i problemi sono molti e la platea deve lavorare in condivisione. Ad oggi mancano pochi mesi alla fine della legislatura: non è detto si riesca ad addivenire ad una soluzione, viste le dinamiche ed i compromessi”.

 

C’è qualche tema che le piacerebbe trattare?

“Mi piacerebbe si parlasse di più dei giovani, di uno spazio dove possano dare sfogo a quello che hanno nell’animo, alla loro personalità, dove sviluppare filosofie e culture...”

 

Parla di un luogo fisico?

“Sì: sa dirmi dove i giovani a Crema possano fare aggregazione, un luogo laico, aconfessionale, svincolato dalle sovrastrutture politiche e culturali? Lo sport è importante, certo, ma per educare uomini civili c’è bisogno di luoghi dove i giovani possano avere una loro formazione intellettuale – filosofia, cultura, politica… – esprimersi attraverso l’arte, la musica e la letteratura, confrontarsi in una comunità sempre più laica e multiculturale”.

 

A che punto siamo con la questione giovanile?

“Qualcosa è stato fatto, ed è stato anche interessante. Tuttavia manca quella componente in cui i giovani possono fare da sé ciò che sentono di dover fare, e non quello che noi gli diciamo di fare. Dai miei figli ho scoperto delle letture della realtà che posso (o meno) condividere, ma che prima di tutto mi permettono di esplorare altri approcci ed interpretazioni interessanti. Bisogna avere il coraggio di provare e questo ancora non è stato fatto”.