08-04-2021 ore 15:28 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Cittadinanza onoraria al milite ignoto, Crema discute la proposta in consiglio comunale

Conferire la cittadinanza onoraria di Crema al milite ignoto. Se ne discuterà nel consiglio comunale di lunedì prossimo. La proposta è del gruppo delle medaglie d’oro al valore militare d’Italia; fatta propria dall’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani, è stata rilanciata dalla sezione locale dell’Istituto del nastro azzurro e sottoposta all’attenzione del consiglio comunale attraverso il presidente Gianluca Giossi.

 

Riconoscere la paternità

Il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, ricorda ai sindaci che “il 4 novembre 2020 ricorre il centenario della traslazione del milite ignoto nel sacello dell’altare della patria di Roma”, decisa con la legge dell’11 agosto del 1921, in memoria dei circa 650 mila militari italiani che avevano perso la vita durante il primo conflitto mondiale. Intitolare “piazze, vie o altri luoghi pubblici” o conferire la cittadinanza onoraria ha l’obiettivo di “riconoscere in ogni luogo d’Italia la ‘paternità’ di quel caduto”.

 

Un’eredità tanto preziosa”

Per il capogruppo di Forza Italia, Antonio Agazzi, si tratta di “una proposta suggestiva: il ‘milite ignoto’ è colui che, caduto per la Patria, non ha avuto la ‘gioia’ di un’ “urna confortata di pianto”, per dirla con Ugo Foscolo, finché la sua memoria non è divenuta patrimonio di tutti. Oggi dobbiamo riscoprire il legame di appartenenza alla Patria, che è la “terra dei Padri”, nel caso italiano culla di una storia davvero grandiosa, di cui conserviamo lasciti letterari, artistici, architettonici che dovrebbero renderci orgogliosi di una tradizione di cui abbiamo la responsabilità di essere i continuatori. Veniamo da un triennio emblematico in tal senso, avendo celebrato anniversari davvero importanti: Leonardo Da Vinci, Raffaello Sanzio, Dante Alighieri. Ecco perché occorre tornare a investire in istruzione e conservazione dei beni culturali, per essere all’altezza, come popolo, di chi ci ha trasmesso un’eredità tanto preziosa”.