"I dati definitivi delle elezioni politiche confermano che il Popolo della famiglia non ha raggiunto nemmeno l'1%. Ci costa dover dire "l'avevamo detto", perché mai come questa volta avremmo preferito essere smentiti dai fatti e assistere ad una significativa affermazione. Il Pdf potrà ripartire con una rinnovata energia riscoprendo l'umiltà e il realismo che qualche dirigente (più avvezzo a vivere su facebook che nella realtà) sembra al momento aver smarrito. Ci aspettiamo tuttavia che qualcuno, responsabile dei macroscopici errori commessi, faccia un passo indietro”.
Troppi errori, risultato compromesso
Per i due esponenti locali del PdF, Flavio Rozza e Marco Mantovani, “erano stati ampiamente previsti i possibili vantaggi che - suo malgrado – il partito avrebbe potuto portare alla Sinistra e al M5S. Le potenzialità per giungere ad un esito migliore c'erano tutte, ma troppi errori hanno compromesso il risultato: la mancanza di dialogo con tutte le componenti del family day, una conduzione personalistica del movimento, la poca democrazia al suo interno e la totale assenza di una organizzazione capace di gestire con metodo la campagna elettorale”.
Adinolfi, nessuna autocritica
“Nonostante il grande impegno di una base militante, meritevole di sinceri encomi, ciò non è stato possibile. Di fronte ad una debacle di queste dimensioni qualsiasi serio leader di partito avrebbe ammesso con franchezza la sconfitta, assumendosi le proprie responsabilità e traendone le dovute conseguenze. Purtroppo da Mario Adinolfi non abbiamo sentito nessuna autocritica, nessuna ammissione circa la necessità di correggere la rotta. Tutto ciò ci appare segno di una miopia politica che non potrà far altro che condurre il PdF ad altre sconfitte e, infine, alla sua estinzione”.
La nuova fase
“Per ritrovare slancio, il PdF deve chiudere una stagione caratterizzata da una conduzione del movimento tutta incentrata su Adinolfi (e pochi dirigenti "nominati" dal capo) ed aprirsi ad una fase nuova, aperta al confronto interno e al dialogo. Superiamo la tentazione di un partito confessionale, superiamo l'irrealizzabile desiderio di concludere la stagione della diaspora politica dei cattolici e puntiamo a costruire una formazione politica che, senza mettere in discussione la propria identità, non tema di cooperare con altri soggetti politici”.
La replica di Mario Adinolfi
In serata è arrivata in redazione la replica di Mario Adinolfi, che pubblichiamo integralmente: "I signori Flavio Rozza e Marco Mantovani non hanno alcun titolo a parlare a nome del Popolo della Famiglia. Sono stati espulsi dal movimento avendo loro svolto in campagna elettorale attività a favore della Lega e contro il Popolo della Famiglia, con una serie di scritti e iniziative. A seguito di questa attività il direttivo nazionale ha espulso dal movimento i due soggetti, che ora cercano di proseguire l’attività di sabotatori del movimento spacciandosi come esponenti del Pdf ai giornali. In realtà sono solo due cittadini con le loro opinioni, provocate dalla mancata candidatura alle politiche e dall’odio più volte manifestato anche con email private che se costretto pubblicherò contro il nostro capolista, il prezioso Luca Grossi. Questo è quanto, per il ristabilimento della verità dei fatti".