08-01-2021 ore 11:25 | Politica - Dalla provincia
di Claudia Cerioli

Scuole. È polemica sulla ripresa posticipata. ‘Vanificato tutto il lavoro di coordinamento’

È di ieri sera, 7 gennaio, la notizia che in molti non avrebbero voluto sentire. Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha stabilito che la riapertura delle scuole secondarie di secondo grado slittasse a lunedì 25 gennaio. Fino ad allora, gli studenti proseguiranno con la didattica a distanza: ’Preso atto delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario, connesse all’attuale diffusione del Covid condivise con il comitato tecnico scientifico lombardo  - ha fatto sapere il Pirellone -  la regione Lombardia ha assunto l’orientamento di proseguire le lezioni per le scuole secondarie di secondo grado con la didattica a distanza al cento per cento’.

 

Piloni: ‘si gioca sul futuro degli studenti’

Molte le reazioni, con le famiglie inviperite. Gli studenti vogliono tornare a scuola e soprattutto pretendono che venga finalmente garantito un servizio di trasporto degno di un paese civile. Veniamo alla politica. Il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni entra a gamb a tesa sulla maggioranza di centrodestra. “Che dire: poveri ragazzi. Con una nota stampa, la Regione vanifica il lavoro fatto da sindaci, provveditori, dirigenti scolastici, prefetture, agenzie del trasporto pubblico che, in queste settimane, hanno lavorato per garantire il trasporto in sicurezza degli studenti. Anche in provincia di Cremona. Si stanno prendendo decisioni sul futuro di migliaia di ragazze e ragazzi. Le scuole devono riaprire. Si deve fare tutto il possibile per farlo garantendo un'attività di tracciamento e di sorveglianza sanitaria. E prevedendo il vaccino anti Covid anche per gli insegnanti quanto prima”.

 

Degli Angeli: ‘scuole e trasporti finalmente coordinati’

“La decisione assunta da Fontana ha vanificato settimane di lavoro e soprattutto una reale coordinazione tra tutti gli attori in campo, amministrazione istruzioni, dirigenze, provveditorato e trasporti”. Il consigliere regionale M5s, Marco Degli Angeli, ricorda che “Fontana aveva partecipato al tavolo Stato - Regioni. Poi ha deciso in autonomia. La cosa ci ha colto di sorpresa. L’accordo con i trasporti, per corse e veicoli aggiuntivi, era già stato siglato. Le scuole sono uno dei luoghi più sicuri per prevenzione e tracciamento. Non capiamo il perché di una scelta simile. Inoltre, la giunta Fontana avrebbe dovuto capire che non tutti i territorio lombardi hanno le stesse problematiche in termini di contagi. La provincia di Cremona, per esempio, non ha lo stesso indice dell’area metropolitana. Avremmo potuto garantire tutta la sicurezza possibile. Un’attenzione in più avrebbe dato la possibilità ai ragazzi di tornare sui banchi e riprendere un minimo di socialità, che fa bene soprattutto a livello emotivo”.

 

Bonaldi: ‘lavoro  di coordinamento inutile’

Sconcerto anche da parte del sindaco di Crema, Stefania Bonaldi. “Da quattro settimane si lavorava con il coordinamento della prefettura, la collaborazione del provveditorato e dei dirigenti, lo sforzo della agenzia del trasporto pubblico locale e degli enti territoriali, per garantire la ripresa in presenza al 50 per cento dall’11 gennaio e al 75 per cento dal 15 gennaio. Tutti si riteneva prioritario garantire questo obiettivo e si era riusciti a raggiungerlo. Lavoro inutile, ma questo è il meno. Il punto vero è  che ancora una volta a rimetterci sono i giovani e la scuola”.

 

Draghetti: ‘manca la socialità’

Fa sentire la sua voce anche il consigliere comunale pentastellato Manuel Draghetti, nella doppia veste di politico e docente. “Nella nostra provincia tutto è pronto. Sono stati implementati anche i mezzi del trasporto pubblico locale, per una ripartenza della scuola in presenza al cinquanta per cento. Il mero apprendimento, in didattica a distanza, è assicurato, ma non si può definirlo scuola. Manca la socialità, che non significa per forza contatto fisico; manca la spontaneità di alzare la mano per poter chiedere un chiarimento o porre qualche domanda; manca quello scambio virtuoso da docente ad alunno e viceversa. Insomma, manca ciò che rende la Scuola un luogo di scambio e crescita”. Rivolgendosi poi al presidente Fontana. “Come mai sono state concordate determinate date di aperture con il ministero, per poi ogni Regione fare quello che le pare?”

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