“Ci tenevamo a far presente che sulla questione il partito è presente e attivo, nel territorio, in Consiglio comunale e in Regione. Altri, invece, dovrebbero fare di più”. Così Gianluca Giossi, capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Crema, ha aperto la conferenza stampa dedicata alla riscossione coatta del milione di euro dovuto al mancato completamento del cantiere dell'ex cascina Valcarenga. Nella sede di via Bacchetta viene ribadito che “la responsabilità è politica, non tecnica e fa capo all'amministrazione Bruttomesso. È lui, insieme agli assessori Beretta e Zanibelli a dover spiegare per quale motivo quando la Regione ha cambiato le carte in tavole, passando all'erogazione del denaro da stralcio attuativo a stralcio funzionale, non si sono opposti. Il loro silenzio ci ha messi in questa situazione ed ora non possono far finta di nulla”.
Referenti regionali
Per i democratici il succo della questione è chiaro: nonostante la mozione unanime approvata dal Consiglio comunale, i referenti regionali di Forza Italia ed Ncd non stanno facendo nulla. In particolare, ha aggiunto Agostino Alloni, “mi domando perché Simone Beretta e Laura Zanibelli non si attivino coi loro referenti regionali, con Malvezzi, oppure perché la Lega Nord continui a defilarsi”.
Atto illegittimo
Per Teresa Caso la situazione è piuttosto complessa: “siamo molto preoccupati per il blocco dei trasferimenti effettuato dalla Regione, una decisione alla quale ci opporremo in tutte le sedi, anche legali, perché ci porterà ad uscire dal Patto di stabilità”, con conseguenze catastrofiche per l'amministrazione ed il territorio. “Un problema del Cremasco – ha sottolineato Omar Bragonzi – perché se Crema venisse indebolita, non potendo partecipare a bandi regionali o non ricevendo più i fondi, tutti i Comuni del territorio ne verrebbero danneggiati. Invito gli esponenti politici del territorio responsabili di questa situazione a chiedere scusa, quindi a fare politica, ovvero a trovare soluzioni”.
L'asta e “il pacchetto di beni”
La Regione si è già insinuata nella procedura di fallimento della Charis, ma nel contempo ha trattenuto risorse al Comune di Crema come compensazione. Sinora tutte le aste per la vendita dell'immobile – che conteneva otto destinazioni differenti, dalla palestra alla piscina, dalla chiesa alla scuola - sono andate deserte. “Perché la Regione non chiede il milione di euro alla Charis? Questa è la domanda che non trova una risposta” hanno ribadito tutti i presenti. Matteo Piloni ha ricordato che “la prossima asta per l'area dell'ex scuola di Cielle partirà prima delle feste natalizie”, mentre Alloni ha aggiunto che il liquidatore fallimentare, Bani, “ha nelle mani un pacchetto di beni di circa 40 milioni di euro; o almeno sulla carta, perché poi quando si passa da un'asta, i prezzi tendono a scendere”.
La mozione unanime
Per i democratici e per tutto il Consiglio comunale – ad eccezione della Lega Nord, con Torazzi assente al momento del voto – hanno approvato un documento che bolla come “illegittimo” l'atto Regionale, che tra l'altro al momento non trova appoggio in alcun tipo di decreto o di documento formale. Per Agostino Alloni la responsabilità della Regione è evidente: “l'assessore Aprea continua a negarsi al confronto ed evita di rispondere alle sollecitazioni, nonostante il sindaco di Crema abbia già inviato 5 richieste ufficiali di documentare la decisione con atti formali”. Insomma, “se Maroni non accoglie la richiesta di un incontro con il sindaco di Crema, siamo pronti ad azioni clamorose. Il territorio ha dimostrato che l'unione fa la forza. Sarebbe utile che la Bonaldi, in Regione, non ci andasse da sola”.