07-08-2021 ore 20:30 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Finalpia. Subito l’anticipo di 500 mila euro e l’affitto: 'poi la vendita a 10 milioni di euro'

“L’offerta presentata sull’immobile di Finalpia, che prevede un periodo di affitto per tre anni e poi la possibilità di acquisto dell’edificio, è senza dubbio interessante e merita di essere valutata seriamente”. Secondo il capogruppo del Partito democratico, Jacopo Bassi e Franco Lopopolo della lista civica Cittadini in comune, sarebbe stato preferibile “l’acquisto immediato della struttura per la cifra di 10 milioni di euro. Ma sapevamo che era un obiettivo difficile. D’altra parte, la proposta avanzata non deprezza il bene e aiuta a risolvere alcuni immediati problemi”.
 

Situazione debitoria
Secondo i due esponenti della maggioranza di centrosinistra, “la situazione debitoria della Fondazione verrebbe alleggerita da un canone di locazione superiore rispetto a quello corrisposto dal precedente locatario e dell’anticipo di 500 mila euro in vista dell’acquisto finale. Si tratta, in sostanza, di risolvere un’emergenza, che per noi è un aspetto prioritario. Preferiamo questa soluzione piuttosto che rilanciare una gara per l’acquisto a un prezzo più basso, anche per evitare che il comune debba nuovamente prestare risorse alla Fondazione”.
 

Dieci milioni per il sociale
Bassi e Lopopolo ritengono “un valore il fatto che si mantenga a 10 milioni di euro il costo di acquisto del bene. Cifra che, ricordiamo, verrà confluita in progettualità a fini sociali per anziani e disabili della città di Crema, come stabilito al termine delle interlocuzioni con gli attori sociali della città di Crema. Questo era e rimane il punto centrale di tutta l’operazione: trasferire il patrimonio economico, storico e sociale di Finalpia sul territorio, con nuove progettualità sociali che rispondono alle esigenze di oggi delle categorie fragili”.
 

Fusione con Fbc priva di interesse
Convenendo sul fatto che non si tratti della “soluzione ideale”, i due consiglieri comunali ritengono sia “la migliore per rispondere alle necessità immediate della Fondazione e per garantire una gestione dell’immobile che non comporti una svalutazione del patrimonio della Fondazione. Tutto questo mantenendo salvo l’orizzonte della vendita dell’immobile, ed escludendo, come propone qualcuno, che oggi si possa ricorrere a una fusione tra Opera Pia e Fondazione benefattori cremaschi: non ci risulta che da Fbc ci sia interesse nell’operazione e la prospettiva di trasferire un debito importante su un'altra fondazione con ben noti problemi di cassa non ci persuade”.

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