07-07-2016 ore 14:45 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema, liquidata Scs. Il dibattito in Consiglio comunale, dalla mission agli standard

Dibattito assopito dal caldo, non solo dalla comune visione, quello in programma durante il consiglio comunale di mercoledì 6 luglio, nobilitato dall'accordo “per la liquidazione della società partecipata Scs servizi locali” con il parere favorevole di 17 consiglieri ed il voto contrario dei due consiglieri di Rifondazione comunista, Renato Stanghellini e Lucia Piloni. In apertura di seduta il doveroso ricordo ed il minuto di silenzio in ricordo delle vittime della strage di Dacca e di Francesco Parietti, "amministratore lungimirante e apprezzato".

 

La mission e gli standard di controllo

Fortemente favorevole alla liquidazione della società partecipata, per Forza Italia Simone Beretta ha subito introdotto il tema del prossimo futuro, ovvero “la nuova mission di Scrp”, tranquillizzato dal sindaco: “i sindaci dell’area omogenea cremasca ci stanno già lavorando” e nel nel documento che stanno approntando, è inserito il punto che riguarda l’integrazione societaria delle patrimoniali di Crema, Pandino e Castelleone. Incalzata da più consiglieri, il sindaco ha ammesso che “attualmente siamo sotto gli standard per poter effettuare controlli puntuali, quindi vorrei che tutti fossimo coinvolti su un tema strategico per i servizi esternalizzati”.

 

Politiche di liberalizzazione

Dopo aver evidenziato la spaccatura nella maggioranza, “con un sindaco di centrosinistra che ha fatto politiche contrarie alla visione di Rifondazione comunista” - Antonio Agazzi – Servire il cittadino - ha espresso il proprio voto favorevole alla liquidazione di Scs, in particolare nel momento in cui “il centrosinistra fa il centrodestra, ovvero fa politiche di liberalizzazione dei servizi pubblici locali”. Per il Patto civico, Sebastiano Guerini si è trattato di “un percorso lineare”, con “una strategia molto ponderata e molto seria”.

 

La modalità efficiente

“Si chiude una fase delle nostre società partecipate” ha sottolineato Emilio Guerini, del Partito democratico: “passaggi obbligati dal punto di vista legislativo, ma politicamente molto significativi. Accordo che traccia una linea di demarcazione tra il passato e il futuro”. Aziende pubbliche che necessitano la ricerca di una modalità efficiente di gestione dei servizi, come fatto dal Consorzio cremasco già negli anni ‘60”. Negli anni ‘80 serviva una” riorganizzazione veloce e un adeguamento tecnologico importante, con la nascita di Acs”, in particolare nel settore idrico. Non sono mancate esperienze negative - “la vicenda calore è un esempio chiaro” - ma nel complesso “portatrice di valore amministrativo e politico”. Per il futuro “Scrp sarà sgravata da compiti di gestione diretta ma recupera il senso strategico di stazione appaltante, con forme di controllo efficace ma anche programmatorie”. Insomma, ha concluso, “un punto del programma raggiunto”.

 

Dal 5 a 0 agli investimenti

“Smantellamento di ciò che il centrosinistra aveva costruito in dieci anni? Tra quell’epoca e oggi c’è stata di mezzo un’altra amministrazione” ha spiegato Teresa Caso, del Pd: “nel 2005 i bilanci erano in ordine, nel 2012 la situazione era completamente diversa, con scelte fatte da un cda completamente di centrodestra, il famoso 5 a 0. La situazione che abbiamo trovato era fortemente compromessa”. Di tutt’altro avviso Laura Zanibelli, Ncd: “gli 8 milioni di debito di cui ha parlato il sindaco erano investimenti”. La razionalizzazione, ha aggiunto, non è un successo politico dell’attuale amministrazione, “ma un obbligo di legge”. I servizi, “non so ancora se sono stati implementati” e per quanto riguarda la gestione del personale, non è tutto oro quel che il Comune vorrebbe luccicasse.

 

Il 20% e l’associazione sportiva

Risorse del personale: “la valutazione complessiva è assolutamente di grande efficacia e attenzione” ha spiegato il sindaco correggendo la consigliera Laura Zanibelli, Ncd “perché le partite Iva che lavoravano in piscina hanno avuto una riduzione economica del 20% non dell’80%. D’altro canto siamo dovuti passare al contratto di associazione sportiva, doveroso, perché lì c’era una situazione che gridava vendetta”.

 

Esternalizzati ma non privatizzati”

“Non è una politica di centrodestra” ha ribattuto il sindaco ad Agazzi: “abbiamo voluto tutelare i servizi erogati ai cittadini, introducendo tutele tariffarie e dei lavoratori, oltre al patrimonio. Restano servizi comunali, esternalizzati ma non privatizzati. Non si possono più gestire in economia. Nel 2040 vedremo se i Comuni avranno il potere di riprendere i servizi, al momento abbiamo messo in sicurezza servizi e patrimoni”. “Abbiamo smantellato uno scenario ma dobbiamo avere il rispetto di capire cosa significava allora crearle, ovvero non privatizzare ma gestire i servizi. Da questa esperienza sono nate un’identità territoriale come l’area omogenea cremasco e soprattutto abbiamo salvaguardato il nostro patrimonio”. Come detto – qui il dettaglio – il documento è stato approvato con il parere favorevole di 17 consiglieri ed il voto contrario dei due consiglieri di Rifondazione comunista. Seduto tra lo scarsissimo pubblico Beppe Bettenzoli, del direttivo di Rifondazione. Tranciante il commento: “ho partecipato alla nascita, ora devo assistere al funerale di Scs”.

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