07-02-2020 ore 20:00 | Politica - Dal cremasco
di Andrea Galvani

Cremasco. Sindaci a confronto, Stefania Bonaldi: “protagonismo senza personalismi”

Sabato 8 febbraio, a partire dalle 9.30, i sindaci del territorio cremasco si ritroveranno presso il Comune di Crema per confrontarsi sul ruolo dei sindaci, il loro rapporto con i partiti e la collocazione dei piccoli comuni nell’ambito di una politica territoriale che superi barriere ideologiche e pregiudizi. L’iniziativa è promossa dal sindaco di Casale Cremasco e Vidolasco, Antonio Grassi e da Stefania Bonaldi.

 

Il livello sovracomunale

Per il sindaco di Crema l’appuntamento di sabato potrebbe “avviare una stagione di riflessione e maggiore coesione. Vanno forse riveduti i ruoli, riviste le regole con cui i sindaci si esprimono e assumono decisioni a livello sovracomunale, va richiesto alla politica e ai partiti un nuovo, generoso ruolo di accompagnamento e formazione. Siamo coinvolti in un nuovo ruolo che intesse economia, impresa, cultura e sociale. Ecco perché uso spesso questa formula, che sintetizza le responsabilità derivanti dalla consapevolezza: “Più protagonismo e meno personalismo”. Maggiore protagonismo nelle scelte del territorio giocando il ruolo che ci compete. Minore personalismo perché ritengo che molte delle dispute del passato abbiano inquinato i pozzi del dialogo e della coesione senza solide basi amministrative o politiche. Mi auguro che il dibattito di sabato possa offrire lo spunto per una ripartenza”.

 

Punti comuni

Dicendosi “sicuramente su posizioni differenti rispetto al collega Grassi”, Stefania Bonaldi sottolinea come il dibattito abbia lo scopo di “rappresentare scenari e punti di vista differenti, magari, come auspico, per trovare o ritrovare punti comuni su cui convergere: per il bene del nostro territorio, che dovrebbe essere in cima ai pensieri di ogni amministratore locale a prescindere dalle appartenenze politiche. Condivido l’importanza del ruolo dei sindaci nel Cremasco come nel resto dello Stivale. Complici l’elezione diretta dei primi cittadini, l’allontanamento di altre istituzioni per i processi di razionalizzazione in atto da anni nel Paese, la stessa riforma, pure incompiuta, delle Province e la trasformazione di partiti e società che rende ai primi più complicata l'azione di rappresentanza, i sindaci si vedono investiti di una grande responsabilità. Non sono chiamati solo a rappresentare le loro comunità e i territori, ma sono anche diventati i terminali di tutte le scelte, politiche o amministrative, delle comunità, anche in chiave allargata. Un incremento di responsabilità che richiede un maggiore impegno rispetto al passato”.

 

Studiare e sudare sulle carte”

“Intanto – spiega Stefania Bonaldi - serve un supplemento di competenza. La prima responsabilità di un amministratore locale è essere preparato, conoscere il proprio territorio e i suoi bisogni, le regole e le procedure amministrative, gli atti, i percorsi, gli strumenti. Studiare e sudare sulle carte. La metà delle polemiche che finiscono sui giornali spesso non sarebbero tali se molti esponenti politici si prendessero la briga di documentarsi prima di parlare: lo ripeto spesso, non siamo al bar! Con molto rispetto per le chiacchiere in libertà davanti a un caffè. Senza tornare alle vecchie scuole di partito, oggi i partiti e la politica renderebbero un servizio enorme alle nostre comunità riproponendo percorsi di educazione e formazione politica: a suo tempo ebbero il merito di formare una classe dirigente preparata”.

 

Il sistema cremasco

“Venendo al tema locale, la asserita debolezza del "sistema cremasco" dipinta da Grassi va a mio avviso letta in un contesto non solo locale, ma anche nazionale. All'interno dei perimetri provinciali ad oggi non sono riconosciuti strumenti istituzionali per valorizzare e riconoscere i territori. L'Area Omogenea Cremasca è stata una prima risposta, antesignana, nata dalla consuetudine del territorio Cremasco a muoversi insieme (il Consorzio Cremasco, la gestione delle reti idriche e dei rifiuti, sino alle più recenti esperienze nel sociale, con Csc e sui servizi, con Scrp). Al Cremasco va dato atto di avere individuato uno strumento, in assenza di riconoscimenti dall'alto, per provare a contare. È inadeguato? Inefficace? Da rivedere? A giudicare da alcuni risultati degli anni scorsi, non mi pare. Penso alla battaglia vinta sulla autonomia della Asst o a come i sindaci, insieme, hanno tenuto il punto quando di discuteva del nostro posizionamento nella possibile riforma delle Aree Vaste. Sono sorti problemi? Parliamone, ma disertare le assemblee ancorché sistematicamente invitati e criticarle da fuori non è mai un buon metodo”.

 

Il peso politico del Cremasco

“Invito anche a un po’ di sano realismo: siamo un territorio piccolo, complessivamente la cinquantina di comuni cremaschi conta una popolazione di circa 160 mila abitanti, esprime di norma un consigliere regionale, due quando va bene, magari un parlamentare, che comunque riferiscono la propria azione, come è giusto che sia, al più ampio perimetro territoriale del loro collegio. Mi pare evidente che negli assetti attuali con questi numeri il peso politico del Cremasco è inevitabilmente limitato e spesso soccombente in una Regione che conta dieci milioni di abitanti”. Oltre ai sindaci e alla politica in generale, conclude il sindaco, serve l’apporto “delle categorie economiche e del mondo imprenditoriale. Con lo stimolo a fare più squadra, per valorizzarci”.

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