06-08-2022 ore 19:50 | Politica - Crema
di Gloria Giavaldi

Dopo l'era Bonaldi, per Beretta ' è utile un cambio di strategia per sprovincializzare Crema'

“Non tocca me decidere. Altri hanno vinto e hanno diritto a governare”. Tuttavia Simone Beretta prosegue nel suo ruolo di consigliere di minoranza per la lista Crema non è uno slogan “con fare propositivo, sempre costruttivo”. Riprende alcune 'questioni di un recente passato' dopo essersi astenuto sulle ultime variazioni di bilancio approvate dalla giunta Bonaldi.. “Per buonsenso”. Mette sul tavolo questioni e proposte “non semplici, ma strategiche” con il fine di “sprovincializzare Crema”. “Facciano subito le toilettes per i turisti. Evitiamo che l'Ansa riprenda la notizia, investiamo. Solo così possiamo creare posti di lavoro e ridurre la povertà. Oltre a dare maggiore dignità alle persone e alle famiglie”.

 

Spesa sociale e riscossione

Le considerazioni ripartono dalla “troppo elevata spesa sociale rispetto ai bisogni effettivi”. Serve una “revisione strategica. La coprogettazione è cosa buona, ma applicata male. Rimettendo a gara tutta una serie di servizi, pur in un quadro definito di cogestione, risparmieremmo alcune centinaia di migliaia di euro. Avere sottratto soldi dall'avanzo di amministrazione denuncia poi una carenza strutturale a progettare”. Pesa la responsabilità “per non avere attinto a nuovi mutui che il nostro bilancio di parte corrente era ed è in grado di sostenere”. Tra le scelte non condivise anche il fatto che “sia stato utilizzato l'avanzo di amministrazione per pareggiare il bilancio di parte corrente a copertura dei maggiori costi dovuti soprattutto agli aumenti energetici dopo la guerra della Russia di Putin all'Ucraina. Avrei preferito momentaneamente che trovassero le risorse necessarie attraverso un taglio lineare dei costi” in attesa, per l'appunto, “di scelte strategiche”. Per Beretta alcuni servizi devono tornare ad essere gestiti dal comune: “le riscossioni in mano all'Ica devono rientrare in comune. Valgono centinaia di migliaia di euro, in un sistema digitalizzato potrebbero essere sostenute dall'ente locale senza particolari aggravi sul costo del personale”.

 

Farmacie comunali

Il consigliere rincara la dose pure sulla vendita delle farmacie comunali “oltre a perdere di smalto, man mano che passa il tempo non svolgono più alcuna funzione caratterizzante di tipo sociale”. Anche in questo caso “qualche milione di euro entrerebbe nelle casse comunali E perché non valutare l'affitto o la vendita della palazzina che le farmacie starebbero per costruire per gli spazi necessarie alla farmacia dell'Asst? Non solo, se le farmacie comunali andassero in competizione con i privati per sconti e azioni sociali verso gli utenti non ci sarebbe trippa per gatti. Il pubblico sarebbe destinato a soccombere. I margini di utile delle nostre farmacie comunali sono nettamente inferiori rispetto a quelli del privato. Non riuscirebbero a reggere sul piano della competitività, tranne decidere di andare in rosso”. Questione di strategia, appunto.

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