06-07-2016 ore 19:39 | Politica - Crema
di Ilario Grazioso

Crema. Referendum costituzionale, il fronte del No cerca "antidoti ai poteri forti"

Si è tenuta stamane la presentazione del Comitato cremasco per il no alle modifiche della Costituzione e alla legge elettorale Italicum, formato tra gli altri da Paolo Balzari, Chiara Tomasetti, Agnese Gramignoli, Ermete Aiello e Mauro Castagnaro. Tra gli appuntamenti in programma per informare la cittadinanza, lunedì 11 luglio alle 21, presso la sala Ricevimenti del comune incontro informativo con Lorenzo Spadacini, ricercatore di diritto costituzionale presso l’università di Brescia e l’avvocato Mimma Aiello. Tra i principali motivi di opposizione alla riforma sostenuta dal governo spiccano il mancato superamento del bicameralismo, la mancata riduzione dei costi della politica, la mancanza di semplificazione e l’eccessiva concentrazione del potere in capo al governo.

 

Antidoti ai poteri forti

Balzari ha fatto riferimento al mancato raggiungimento delle 500 mila firme richieste per promuovere il referendum abrogativo dell’Italicum: non sono bastati impegno e dedizione di tanti volontari, che sono riusciti a raccogliere faticosamente 420 mila firme: “È comunque un risultato eccezionale”, ha commentato Balzari, ringraziando Anpi, Arci, Rifondazione comunista a Sinistra italiana e la gente comune che ha partecipato alla raccolta. “È stato un risalire la corrente avendo avuto contro il partito di maggioranza, il governo e Confindustria. La legge elettorale è invece la negazione della democrazia”. Per il presidente Anpi Crema, si deve continuare a lavorare e a fare di più, alla luce delle prese di posizione di Confindustria e dei fedelissimi di Berlusconi: “i primi agitano ipotesi di caos nell’eventualità di una bocciatura della riforma costituzionale, annunciano conseguenze negative per l’economia, mentre i secondi auspicano un nuovo patto del Nazareno. Occorre creare antidoti ai poteri forti anche attraverso l’impegno per il no e la vittoria al referendum di ottobre, perché questo rappresenterebbe un ammonimento alla politica, invitandola a operare nell’interesse comune e ad attuare la Costituzione che già c’è”.

 

La diffusione della conoscenza

Per Chiara Tomasetti è “fondamentale la diffusione e la conoscenza del tema oggetto del referendum, che non è una riforma, ma una deforma”, mutuando il concetto dalle considerazioni dell’avvocato Felice Besostri, giurista, amministrativista, già senatore della repubblica e professionista che sarà a Crema a settembre nell’ambito di una delle iniziative programmate dal comitato cremasco: “Non si riformano in un sol colpo ben 47 articoli della costituzione, come è stato fatto con la Renzi-Boschi, in particolare in un stagione dove le disuguaglianze di ogni tipo si acuiscono, un impianto come quello prospettato dalla riforma costituzionale oggetto del referendum confermativo di ottobre, non è altro che “la veste istituzionale del liberismo visto in economia”.

 

Neoliberismo e seggi

Sulla stessa lunghezza d’onda Mauro Castagnaro, giornalista impegnato nel sociale, secondo il quale la “riforma prospettata è una sorta di adeguamento dell’assetto istituzionale all’ordine neoliberista, dove le istituzioni e le prerogative parlamentari rappresentano un ostacolo al manovratore di turno. Bisogna interrogarsi su come vengono tradotti i voti in seggi”. L’Italicum potrebbe avere effetti nefasti: “Un partito del 30% al primo turno, con il 60% di persone che si recano alle urne, va al ballottaggio, l’elettorato diminuisce ancora e questo partito prendendo un voto in più sull’altro si trova ad avere il controllo assoluto del parlamento”. Insomma, “l’Italicum aggrava e non elimina gli elementi di incostituzionalità già presenti nel porcellum e questo rappresenta un problema per la qualità della nostra democrazia: controllo del parlamento, scelta dei componenti di nomina parlamentare di Csm e corte costituzionale, elezione del presidente della repubblica. Insomma, salta l’architrave delle democrazie occidentali, la divisione dei poteri”.