05-06-2020 ore 11:35 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Consulta intercultura, in Consiglio comunale il via libera arriva a maggioranza

Con 14 voti favorevoli, due contrari (la Lega) e cinque astenuti (Andrea Bergami, Forza Italia e Movimento 5 stelle) il consiglio comunale di Crema ha approvato a maggioranza la costituzione della Consulta Intercultura (in allegato il documento integrale). Tra gli obiettivi “l’inserimento paritario di tutte le cittadine e di tutti i cittadini nella comunità, prevenendo e/o rimuovendo ogni forma di discriminazione, culturale, religiosa, politica, economica/sociale” e la “piena integrazione di tutti attraverso la promozione e la tutela dei diritti e il rispetto dei doveri con azioni finalizzate a garantire ai cittadini e alle cittadine una corretta e adeguata conoscenza dei propri diritti e doveri”.

 

Realtà multietnica

L’assessore al Welfare Michele Gennuso ha introdotto il tema sottolineando che “a gennaio del 2019, su 34 mila cittadini, 4028 erano di nazionalità non italiana ma parte integrante della nostra comunità”. Una percentuale “pari all’11 per cento”. In sintesi, “nel nostro territorio, è un dato di fatto, vivono molte culture diverse” e Crema “è una città multietnica”. Ecco quindi la proposta di costituire la Consulta; idea “frutto di un percorso, con molti incontri e riflessioni tra le forze consiliari”, col primario obiettivo di limare le differenze e cercare l’unanimità. Il progetto è nato all’indomani dell’insediamento dell’attuale maggioranza. Gennuso ha incontrato alcuni candidati “di cittadinanza non italiana”, riflettendo sull’ipotesi di “creare un luogo di partecipazione”. Gli incontri hanno avuto cadenza quindicinale “per oltre un anno e mezzo; il gruppo pian piano si è allargato”.

 

Una comunità migliore

Docente dell’istituto Sraffa Marazzi, Debora Soccini ha raccontato della quotidiana convivenza tra ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo e di come “le differenze siano una ricchezza”. Secondo l’esponente della lista civica Crema bene comune “la Consulta intercultura si occupa del patrimonio umano di Crema, una città in cui nessuno deve sentirsi straniero”. La sua costituzione offrirebbe anche l’opportunità di ‘migliorare’ la comunità, profondamente segnata dall’emergenza Covid e unita nella difesa di un bene superiore. Annunciando l’astensione del M5s, Manuel Draghetti ha spiegato di non essere “indifferente al tema dell’integrazione e all’obiettivo finale della Consulta”, ma “contrario alla forma della Consulta, che prevede laboratori politici costruiti ad hoc da chi governa la città, tra l’altro sollecitata da persone candidate nelle liste a sostegno del sindaco Bonaldi”. Una Consulta ritenuta “un organo prettamente politico; l’assessore Gennuso sa bene che non può esserci unanimità”. In sostanza, “il rischio è che se questa maggioranza non dovesse essere confermata”, la Consulta avrebbe vita breve. Portando ad ulteriori divisioni. Va da sé, tutt’altro che auspicabili.

 

L’integrazione c’è già”

Consulta “connotata politicamente” anche per Forza Italia. Secondo Laura Zanibelli, riprendendo gli esempi portati da Debora Soccini, “a Crema l’integrazione c’è già. Le diverse culture già hanno degli spazi e trovano spazi di rappresentazione, come la Festa dei popoli che si tiene da un paio d’anni al Campo di Marte”. Per farla breve: “qual è l’utilità di questo tipo di Consulta? Al momento non si conosce nemmeno il budget e rischia di sovrapporsi ad altre Consulte già esistenti”. Non solo: “Mancano dettagli sulla cultura geografica o religiosa di appartenenza, da quanti rappresentanti sarà animata e da quali associazioni è arrivata la richiesta di costituzione”. Elementi che secondo Zanibelli “avrebbero aiutato alla condivisione”. Insomma, per Forza Italia non è proprio una bella cosa “usare questi strumenti per dire chi è favore o contrario all’integrazione”. Consulta bocciata anche da Simone Beretta: “dimensioni come questa devono restare nel campo della sussidiarietà e non vanno istituzionalizzate. Si rischia di teleguidarla. Questa Consulta nasce male, non come entità condivisa”.

 

Scambio di conoscenze

Favorevole invece Pietro Mombelli, del Partito democratico: “la Consulta può permettere uno scambio di conoscenze e consentirà di avere un riferimento certo e competente. Sarà una realtà viva con persone che già vivono e lavorano con noi”. Si tratta di uno strumento in grado di “accrescere la partecipazione ed il rispetto reciproco”. Visto che si tratta di un “tema complesso”, come sostenuto da Beretta, per Emanuele Coti Zelati, Sinistra, “nonostante abbia evidenti limiti, la Consulta può essere uno strumento importante proprio perché sostenuto dall’amministrazione”. L’integrazione tra le varie culture “è una necessità, data l’alta percentuale di migranti, una caratteristica del nostro mondo. Certo la Consulta non deve diventare uno strumento di ‘coltivazione elettoralistica’, ma un luogo di partecipazione”, con un “adeguato sostegno dal punto di vista economico”.

 

Essere propositivi

Ha invece lamentato “scarso coinvolgimento ai lavori della Commissione” che ha portato alla proposta di costituzione della Consulta Andrea Bergami (Polo civico per Crema): “Ho la sensazione che si vogliano perseguire troppi obiettivi contemporaneamente. Io darei molta più importanza alla rappresentanza delle nazionalità”. Se l’obiettivo è di “intercettare e risolvere i problemi”, va privilegiato “un contatto diretto con le varie persone, non mediato attraverso le associazioni”. Primo sostenitore della Consulta, l’assessore Michele Gennuso ha apprezzato il tono del dibattito e ha chiesto ai colleghi di essere propositivi, di “non nascondersi dietro una maschera” e in particolare “alle minoranze di partecipare attivamente alla realizzazione del regolamento”, superando i dubbi o gli ostacoli che al momento li vedono contrari. La Consulta “non si limiterà ad organizzare feste e danze”, ma sarà “uno strumento di conoscenza e mediazione”.

 

Rimuovere gli ostacoli

Durante il lockdown i più penalizzati nell’accesso alla didattica a distanza “sono stati bambini e ragazzi di origine straniera, che rischiano di avere livelli di preparazione differente alla stessa età. Di questo la politica e la comunità si devono occupare”. Come prevede la Costituzione. all’articolo 3, rimuovendo gli “ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Contraria la Lega. Per Andrea Agazzi “non stiamo parlando di una città che ha problemi di integrazione. La proposta non ci convince, la Consulta rappresenta un punto programmatico politico, come sottolineato dal sindaco”.

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