“Dipendesse da me sarebbero vendute da mo”. A quattro giorni dalla commissione di garanzia, Simone Beretta torna a parlare delle farmacie comunali: “Nel bilancio di previsione del 2022 prevedono un utile di 311 mila euro. Al netto delle tasse sarebbe di 227 mila euro”. Come spiegato da Agostino Guerci (presidente Afm) durante la seduta in comune insieme ai membri del consiglio di amministrazione, Veronica Grazioli e Antonio Geraci, il bilancio è stato stilato ad ottobre 2021, quindi senza tener conto di quelli che Beretta sottolinea essere “fortissimi aumenti di gas ed energia elettrica”. Aumenti che secondo lui potrebbero portare “alcune piccole farmacie sul territorio in negativo. Speriamo di no. Se tanto mi dà tanto e ipotizzo un aumento dell’80% di gas e energia elettrica l’utile previsto per il 2022 scenderebbe di molto”.
Stipendi e contratti
Tra i due punti all’ordine del giorno della commissione, il tema degli stipendi del persone: “lo stipendio medio di un farmacista è di circa 1.400 euro mensile. Poco per chi si è speso nello studio fino alla laurea in farmacia. Nulla vieterebbe di considerare emolumenti integrativi attraverso anche contratti integrativi. È abbastanza evidente però che questo è un onere che le Farmacie comunali non sarebbero facilitate a metterlo in campo se non annullando gran parte degli utili finali. Non sarebbe un problema se risultasse vero che le nostre farmacie avessero ancora una forte rilevanza sociale che secondo me non ha più, ma proprio più. Allora perché non metterle sul mercato? Nessuno perderebbe il posto di lavoro, anzi tutti, farmacisti e commessi, ne trarrebbero giovamento”.
“Investimenti milionari”
Per Beretta “realizzeremmo ancora qualche milione di euro che con coraggio utilizzerei a ridurre il debito in parte corrente così da determinare un’entrata strutturale in parte corrente da destinare a nuovi e milionari investimenti. Ad esempio sul Centro di incremento ippico, parte del quale una volta riqualificato andrebbe a reddito”. In sostanza, il consigliere di centrodestra ammette che “la vendita delle farmacie comunali è sempre stata una battaglia persa. Purtroppo a perdere è stata la città che si è vista privata di nuove opportunità”.
“Il veto della Lega”
“Il centrodestra non le ha mai vendute per il veto della Lega e il centrosinistra che a Cremona le aveva cedute tutte al mercato privato, pur mantenendone una pseudo finalità sociale, dalle nostre parti il maggior partito della sinistra ha solo ceduto politicamente alla loro parte più a sinistra. Un accordo già allora privo di senso ed oggi ancor più. Certo si vince tenendo insieme tutto e il contrario di tutto. Così facendo lo si fa per il potere fine a se stesso che per qualcuno vale più dell’interesse generale della propria città, che ha bisogno di investimenti, non di briciole ininfluenti alla crescita socio economica della nostra comunità”.