04-06-2021 ore 17:38 | Politica - Roma
di Andrea Galvani

Referendum sulla giustizia. Depositati i sei quesiti, inizia la raccolta delle 500 mila firme

Partito radicale e Lega hanno depositato alla Corte di cassazione i sei quesiti referendari sulla giustizia. Riguardano responsabilità civile dei magistrati, separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante, limitazione alla custodia cautelare, abrogazione della legge Severino, abolizione dell’obbligo della raccolta firme per i magistrati candidati al Csm, diritto di voto per i membri non togati nei consigli giudiziari.

 

I banchetti in piazza

Nel 1987, nonostante l’80,2 per cento degli italiani abbia votato a favore del quesito referendario sulla responsabilità civile dei magistrati, nel 1988 il parlamento approvò la legge 117, secondo i promotori della nuova iniziativa, “tradendo la volontà popolare”. I banchetti per la raccolta del mezzo milione di firme necessarie verranno organizzati nel primo fine settimana di luglio, dal 2 al 4. Esponenti della Lega e del Partito radicale hanno assicurato che verranno mobilitati 800 sindaci e circa cinque mila amministratori, in tutta Italia, dalle Alpi all’isola di Lampedusa, ferragosto compreso.

 

I quesiti referendari

La norma vigente prevede che il cittadino danneggiato dalla magistratura si rivolga allo Stato per essere risarcito. Il nuovo referendum prevede la possibilità per il cittadino di chiedere il risarcimento dei danni direttamente al magistrato. Separazione delle carriere: se approvato, il referendum prevede che una volta scelta la funzione giudicante o requirente all’inizio della carriera, il magistrato non possa più passare all’altra e viceversa. Per quanto riguarda la custodia cautelare, si prevede di limitare il carcere preventivo ai soli reati gravi; nel dettaglio, si chiede che venga abrogato il comma 1, lettera c) dell’articolo 274 del codice di rito, che prevede l’applicazione della custodia cautelare in carcere in caso di pericolo di reiterazione del reato. Infine, si richiede l’abrogazione della legge Severino, con la possibilità per avvocati e professori universitari membri dei mini Csm distrettuali di esercitare il diritto di voto sulle valutazioni professionali dei magistrati.