Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto al voto sono chiamati a partecipare ai referendum popolari abrogativi (articolo 75 della Costituzione) su 5 quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza. I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23, e lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15. I referendum sono stati indetti con decreti del Presidente della Repubblica 25 marzo 2025 (Gazzetta ufficiale, Serie Generale, n.75 del 31 marzo 2025). Vediamo le indicazioni di voto dei partiti agli elettori.
Partito democratico
“Il Partito democratico sostiene con forza l’invito ad andare a votare e votare cinque Sì. Ieri abbiamo reso esplicito e visibilmente tangibile il nostro posizionamento anche attraverso la biciclettata con Sinistra italiana, Alleanza verdi sinistra, Rifondazione e Cinque stelle”. Come spiega Cecilia Brambini, “abbiamo attraversato alcuni quartieri della città con una tappa lunga e volantinaggio al Campo di Marte e poi siamo arrivati in piazza Garibaldi dove ciascun rappresentate dei partiti aderenti ha tenuto un breve discorso invitando le persone al voto”.
Sinistra italiana
“Questi referendum sono fondamentali per milioni di lavoratrici e lavoratori”, spiega Paolo Losco, segretario provinciale di Sinistra italiana: “Di fronte a un governo che invita apertamente all’astensionismo, la risposta deve essere semplice e concreta: buonsenso, partecipazione, giustizia. Il mondo del lavoro è diventato un mercato dove chi produce valore ha sempre meno diritti. Centinaia di migliaia di giovani emigrano per la precarietà, per i salari troppo bassi, per un sistema che offre solo contratti a termine, sfruttamento e nessuna prospettiva. Negli appalti, i dati su infortuni e morti parlano da soli: sono bollettini di guerra. E poi c’è il quesito sulla cittadinanza, che viene agitato come spauracchio dalla destra, ma che – con un po’ di informazione – si rivela per quello che è: un atto di riconoscimento verso persone integrate, che lavorano, pagano le tasse e contribuiscono allo sviluppo di questo Paese. La cosa più bella di questi referendum è proprio questa: ogni cittadino e cittadina può dire la propria. Senza mediazioni. Senza intermediari. Con un sì. Chi invita all’astensione, in fondo, ha solo paura della democrazia. L’8 e 9 giugno, facciamoci sentire. Votiamo Sì”.
Lega e Forza Italia
“La Lega dà esplicita indicazione per l’astensionismo”, commenta il capogruppo del Carroccio, Andrea Bergamaschini. “Nella partecipazione alle consultazioni referendarie – prosegue Bergamaschini - l’astensionismo è una scelta politica a pieno titolo. L’astensionismo non è soltanto un’opzione libera e legittima, ma risponde appieno alla logica propria del referendum abrogativo così come disegnato dalla Costituzione. È la Costituzione stessa a prevedere un quorum. Se così non fosse, i referendum diventerebbero una forma di coazione indiretta dei cittadini a scegliere, a prescindere dalla loro valutazione sulla qualità, il merito e l’interesse politico dei quesiti. L’astensionismo attivo non presuppone disinteresse: è comunque una forma di partecipazione”. Medesima posizione per Forza Italia. Laura Zanibelli chiarisce: “le indicazioni per il referendum dell’8 e 9 giugno? Sono di astensione: non è con questi referendum che si discute o riforma l’importante tema del lavoro. Peraltro il primo stesso quesito referendario è per abrogare una legge il cui tema è stato già in parte modificato dalla Corte Costituzionale e il quesito posto non darà certo più stabilità al lavoro. Tutti ricordano che tale quesito riguarda una norma a firma Pd, tant'è che numerosi esponenti dello stesso partito, senza dichiararlo apertamente, voteranno no e usano il referendum solo per una azione di contrasto politico. Per quanto riguarda il quesito sulla cittadinanza, bisogna semmai lavorare sulla burocrazia, sulla tracciabilità e sulla reperibilità dei documenti richiesti. Questi sono i veri nodi da risolvere, soprattutto per chi proviene da certi paesi”.
Rifondazione: cinque sì
Le indicazioni di voto? Piergiuseppe Bettenzoli stamattina era a Soncino “per un banchetto informativo, ieri eravamo alla biciclettata insieme a Pd, AVS e Movimento 5 stelle”. Cinque sì per i diritti e la dignità del lavoro. Per abrogare le leggi approvate da governi di centrodestra e centrosinistra che hanno esteso la precarietà e aumentato lo sfruttamento, favorito l’aumento delle morti sul lavoro, facilitato i licenziamenti, tolto dignità ai lavoratori”. Primo quesito: “sì al reintegro dopo un licenziamento illegittimo. Con un sì abroghiamo la norma del governo Renzi che non impone il reintegro di lavoratori e lavoratrici assunte dopo il 7 marzo 2015. Riguarda oltre tre milioni e mezzo di persone”. Secondo quesito: “Sì per aumentare le tutele per i lavoratori delle imprese con meno di 16 dipendenti, eliminando la norma che limita a sei mensilità il risarcimento in caso di licenziamento illegittimo. Riguarda tre milioni e 700 mila lavoratori”. Terzo quesito: “sì per combattere la precarietà limitando il ricorso ai contratti a termine. L’abuso del rinnovo continuo dei contratti brevi colpisce oggi circa tre milioni di persone”. Quarto quesito: “Sì per avere più sicurezza sui luoghi di lavoro, meno infortuni e morti, estendendo la responsabilità all’impresa appaltante per gli incidenti sul lavoro”. Quinto quesito: “Sì, per ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale per richiedere la cittadinanza italiana estendendo questo diritto ai figli minori. Coinvolge circa 2,5 milioni di persone, per la stragrande maggioranza giovani”.
Italia viva
“La prima cosa da dire è quella di sostenere la partecipazione al referendum: votate per quello che volete ma rispettate in ogni caso la democrazia”. Tiziano Guerini spiega che “nello specifico Italia viva suggerisce di esprimere due no e un sì lasciando due schede alla libera scelta degli elettori. In particolare: un no nella prima scheda (quella verde) che chiede di abrogare la legge del job act voluta dal governo Renzi sulla disciplina dei licenziamenti illegittimi. E un ulteriore no per la terza scheda (color grigio) che indica la durata massima del lavoro subordinato per proroghe e rinnovi. Libertà di voto per la seconda scheda (arancione) per licenziamenti con indennità per le piccole imprese. Uguale libertà di voto per la quarta scheda (rossa) che riguarda le responsabilità in tema di appalti e subappalti. Un sì convinto per la quinta scheda (gialla) per accorciare a cinque anni di residenza legale i tempi per la concessione della cittadinanza italiana a cittadini extracomunitari. Queste sono solo indicazioni che intendono solo favorire un approccio ragionato al voto. L’importante è infatti che ogni elettore voti secondo le proprie convinzioni senza condizionamenti esterni di qualunque genere. La libertà anzitutto”.