Il Comune di Crema ha respinto la richiesta della Regione Lombardia di restituzione del milione di euro erogato per la realizzazione della scuola di Cielle. Nel documento, approvato all'unanimità, si chiede di “accertare l’insussistenza del credito verso il Comune”, sottolineando che il credito è “esclusivamente nei confronti della Fondazione Charis”. Nel caso ciò non avvenisse e la mediazione politica più volte invocata - in particolare da Simone Beretta, di Forza Italia – finisse col fallire, la vicenda finirebbe in tribunale. Del resto il sindaco è stata piuttosto chiara: “il Comune di Crema non intende riconoscere alcun indebito credito”.
Compensazioni
Com'è noto, dallo scorso mese di settembre, la Regione ha disposto di trattenere, come compensazione del milione di euro, somme dovute al Comune per progetti destinati alla sicurezza urbana, alla lotta alla ludopatia, al Fondo affitti, a Fondi per azioni di attrattività territoriale legati ad Expo. La vicesindaco ed assessore ai servizi sociali Angela Beretta, stasera ha ricordato che la Regione sta trattenendo risorse destinate al sostegno del disagio grave e per l'abbattimento delle barriere architettoniche: in particolare 61.440 euro destinati alla riduzione del canone di affitto per 64 famiglie con Isee inferiore a 7 mila euro ed altri 27.200 euro per le 34 domande (pervenute tra il 2 novembre 2015 ed il 31 gennaio 2016) per avere il contributo di 800 euro destinato a famiglie con Isee fra 7 mila e 9 mila euro annui.
Il debitore finale
Nel corso del dibattito il segretario generale del Comune, Marica De Girolamo, rispondendo ai quesiti di Laura Zanibelli, Ncd ed Alberto Torazzi, Lega Nord, ha spiegato che l'atto regionale, col quale viene richiesto il milione di euro “è un atto dovuto. Qualunque soggetto pubblico vanti crediti è obbligato a mettere in pratica tutte le procedure necessarie al suo recupero, per non incorrere in procedure per danno erariale. Su chi poi sia il debitore finale - ha aggiunto – e quindi su chi debba rivalersi la Regione, è quanto chiederemo al giudice, fatto salvo che noi riteniamo che sia la Fondazione Charis e non il nostro Comune”.