30-07-2021 ore 20:35 | Economia - Associazioni
di Gloria Giavaldi

Settore manifatturiero. In provincia buono l'andamento dell'industria, male l'artigianato

“La ripresa è in atto e si sta consolidando anche per le nostre imprese manifatturiere sia rispetto al 2020 sia rispetto ai dati medi del 2019. Permangono alcune criticità per le imprese artigiane che esportano meno e quindi non riescono ancora ad agganciare l’incremento degli ordini che si registra a livello mondiale”. Per il commissario straordinario della Camera di commercio Gian Domenico Auricchio “la situazione rimane molto delicata sia per le tensioni nei prezzi delle materie prime sia per la situazione sanitaria che continua a presentare criticità”. Fondamentale resta “vaccinarsi. Ci sono le condizioni perché l’incremento della produzione possa condizionare positivamente anche l’occupazione, ma è necessario che la pandemia venga superata. Il vaccino, oltre che una tutela personale è l’unica arma a nostra disposizione per uscire finalmente da questa crisi”. Questo il quadro tracciato visti i dati dell’indagine congiunturale condotta trimestralmente da Unioncamere Lombardia in collaborazione con l’Associazione industriali, Confartigianato e Cna, e che in ambito provinciale ha interessato complessivamente 140 imprese cremonesi appartenenti a tutte le principali attività del comparto manifatturiero, suddivise in 58 imprese industriali e 82 artigiane.

 

Settore manifatturiero

Secondo i dati emersi l’indagine del secondo trimestre 2021 rileva una situazione del comparto industriale provinciale che cresce ancora rispetto al periodo gennaio-marzo, soprattutto in termini di ordini. A fronte di una produzione quasi ferma (+0,6 per cento), si rileva un’evidente crescita del fatturato (+4,1 per cento), dovuta anche agli aumenti dei prezzi di vendita, ed una vera e propria esplosione degli ordini che segnano un + 24 per cento complessivo, al quale contribuisce maggiormente il mercato estero (+28,4 per cento), ma anche sul versante interno la crescita supera i 20 punti percentuali. Si registra pure un aumento del numero degli addetti (+0,5 per cento), dopo un anno e mezzo di ininterrotta discesa. Continua anche il lento rientro dei ricorsi alla gestione ordinaria della Cassa integrazione guadagni, a cui ha fatto ricorso il 13,8 per cento delle imprese, contro il 15,6 per cento della precedente rilevazione, così come scendono dallo 0,5 per cento allo 0,3 per cento del monte ore complessivo le ore utilizzate. Quanto ai prezzi delle materie prime, anche in provincia come in regione, si stima una crescita trimestrale del 9,5 per cento. Tale incremento viene solo in parte assorbito dal sistema imprenditoriale, visto l'incremento del 6,3 per cento dei costi dei prodotti finiti.

 

Produzione industriale

Quanto alla produzione industriale cremonese, il quadro tendenziale, condizionato dal confronto con un secondo trimestre 2020 pesantemente compromesso dalle conseguenze sul piano economico della pandemia, è dominato da variazioni ampiamente positive, dalle quali si distingue solo l’andamento dell’occupazione (-0,2 per cento). La produzione cresce di oltre sedici punti percentuali, il fatturato del 26 per cento e per gli ordini, sia interni che esteri, viene rilevato un aumento addirittura superiore al 45 per cento. Allargando lo sguardo, in Lombardia, dove il comparto industriale aveva maggiormente sofferto delle chiusure imposte rispetto all’ambito cremonese, l’effetto rimbalzo è ancora più evidente con la produzione che cresce del 32,5 per cento, e fatturato e ordinativi con variazioni superiori al 40 per cento. Oltre il 70 per cento delle imprese dichiara una produzione accresciuta rispetto ai dodici mesi precedenti, solo il 16 per cento delle imprese si dichiara ancora in crisi. Rispetto al 2019, occupazione a parte, per la quale permane un segno negativo (-0,5 per cento), la produzione, il fatturato, e gli ordini interni sono allineati su una variazione positiva attorno ai quindici punti percentuali, mentre per la domanda estera il salto in avanti rispetto al periodo pre-Covid arriva al 44 per cento.

 

Artigianato

Nell’artigianato produttivo si registra maggiore difficoltà, anche a causa della ridotta capacità d’esportazione del comparto. Su base trimestrale la produzione artigiana, al netto degli effetti stagionali (-0,9 per cento), è alla terza flessione consecutiva, trascinando con sé anche il fatturato (-1,3 per cento) che non riesce a beneficiare dell’aumento dei prezzi di vendita. In calo è anche il numero degli addetti (-1,2 per cento), mentre è stimato in recupero congiunturale (+1,7 per cento) il livello degli ordinativi, facendo sperare in una ripresa produttiva nel breve termine. A livello tendenziale, il recupero è invece di notevole entità: +13 per cento gli ordini, +19 per cento per l fatturato, +16 per cento stimato per la produzione. Del tutto svincolato dal trend manifestato dalle altre variabili è il numero degli addetti che è invece rilevato in calo (-2 per cento) anche in ottica tendenziale. Rispetto al 2019, il quadro complessivo appare molto diverso da quello rilevato per il comparto industriale. Solo la produzione presenta un segno positivo (+3 per cento), il fatturato è stabile (-0,1 per cento), ma per gli ordini e l’occupazione si stima ancora un gap da recuperare attorno ai quattro punti percentuali. Per il prossimo trimestre si attende un miglioramento sia per gli ordini attesi che per l'andamento della produzione e di conseguenza anche dell'occupazione.

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