30-06-2022 ore 19:28 | Economia - Associazioni
di Ilaria Bosi

Coldiretti. ‘Senza l'acqua per irrigare i campi non è possibile garantire le produzioni di cibo’

“Dal meno 30 per cento sulle rese di frumento e orzo fino al meno 40 per cento sui foraggi che servono all’alimentazione degli animali. Il timore è che possano essere dimezzate anche le produzioni di mais e la perdita di un terzo del riso”. La Coldiretti regionale aggiunge che “nelle stalle le mucche stressate dal caldo afoso stanno producendo fino al 20 per cento in meno di latte”. In sostanza, “senza acqua non è possibile garantire le produzioni di cibo. L’accordo con i gestori degli impianti idroelettrici del Trentino, preannunciato dal presidente Fontana, deve diventare operativo nel minor tempo possibile”.

 

Il grande fiume e i laghi

“Il Po è praticamente irriconoscibile – evidenzia la Coldiretti - con una grande distesa di sabbia. I laghi del nord, che servono come riserve di acqua per le popolazioni e l’agricoltura sono ancora ai minimi, con il Maggiore pieno solo al 26 per cento e quello di Como sceso a poco più dell’11 per cento con una tendenza al calo dei livelli che riguarda anche il Garda che resiste a poco più del 54 per cento di riempimento. La situazione è difficile in tutto il Paese e il conto dei danni dovuti alla siccità nelle campagne italiane è ormai salito a tre miliardi di euro. Solo nel bacino della pianura padana è minacciato un terzo dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo”.

 

La situazione attuale

Il manto nevoso è complessivamente esaurito, mentre le riserve accumulate negli invasi idroelettrici montani e nei grandi laghi regolati sono inferiori al 61% rispetto alla media di riferimento (2006-2020). "Rispetto alla proposta dell'autorità di bacino di riservare il 30% dell'acqua lombarda a uso irriguo per far fronte al cuneo salino - ha commentato Fabio Rolfi, assessore regionale all'agricoltura - ribadiamo, alla luce anche dalla posizione unanime espressa dal mondo agricolo e della bonifica emersa al tavolo regionale, la necessità che questo venga fatto tenendo conto delle esigenze degli agricoltori lombardi. Il primo raccolto va assolutamente salvato come livello minimo per quest'anno. I rilasci verso il Po devono essere compensati da rilasci dagli invasi alpini necessari per garantire l'irrigazione alla Lombardia altrimenti rischiamo un sacrificio che non risolve il problema del Po e in più compromette ulteriormente la tenuta delle nostre aziende agricole".

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