30-05-2019 ore 11:33 | Economia - Aziende
di Andrea Galvani

Mercatone Uno, stamattina il presidio dei lavoratori: ‘vogliamo solo un posto di lavoro’

“Quello che vogliamo è ‘solo’ la garanzia di un posto di lavoro per sé e per le nostre famiglie”. Questo il messaggio lanciato stamattina tra le 10 e le 11, davanti ai cancelli desolatamente chiusi del punto vendita di Madignano del Mercatone Uno. Con loro i referenti sindacali Maria Teresa Perin (Filcams Cgil), Marco Tencati (Uiltucs) ed Angela Lazzaro (Fisascat Cisl), oltre al sindaco di Madignano Elena Festari ed il vice Diego Vailati Canta, erano presenti anche il consigliere regionale Matteo Piloni, Pd e all’assessore del Comune di Crema, Cinzia Fontana.

 

Rabbia e frustrazione

Gli esponenti dem hanno espresso “solidarietà e vicinanza a loro e agli altri dipendenti rimasti a casa già qualche mese fa. Si parla di circa 80 persone e altrettante famiglie e più di 3 mila persone in tutta Italia. Una vicenda che merita chiarezza e la massima attenzione”. Il gruppo Pd Lombardia ha sollecitato la convocazione della commissione regionale Attività Produttive per ascoltare i sindacati e la proprietà”. Come ribadito dai sindacati, i lavoratori hanno espresso “rabbia e frustrazione per la totale mancanza di informazioni da parte della proprietà. Sapere in piena notte, tra venerdì e sabato scorso, dai social, che la Shernon era stata dichiarata fallita è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo”. Nei mesi scorsi si sono susseguite “voci contrastanti” sulla stabilità del gruppo e dall’amministratore delegato sono state recapitate “lettere ‘personalizzate’ rassicuranti”.

 

Cinque anni di lotta

Eppure, “la merce non arrivava, i grandi fornitori sparivano e i lavoratori sempre più spesso venivano ‘aggrediti’ da clienti arrabbiati a causa del fatto che i mobili non venivano consegnati”. I referenti sindacali ricordano che i lavoratori di Mercatone Uno “da più di cinque anni combattono per il loro posto di lavoro con contratti di solidarietà e casse integrazioni. Sembrava un sogno riprendere la normale attività, ma a metà aprile, solo nove mesi dopo, la doccia fredda e il nuovo rischio di chiusura”. Nonostante tutto i lavoratori non vogliono arrendersi e vogliono “continuare a lottare insieme alle forze sindacali”. Per questo hanno chiesto “l’attenzione delle forze politiche e istituzionali locali e regionali”. Intanto sindacati, a livello nazionale, proseguono gli incontri a livello ministeriale. In attesa di chiarimenti l’obiettivo più immediato è “ottenere la cassa integrazione straordinaria”.

629