29-09-2022 ore 20:11 | Economia - Associazioni
di Claudia Cerioli

Peste suina, Coldiretti è favorevole alla caccia allargata contro i cinghiali dal primo ottobre

Con 2,3 milioni di cinghiali che in Italia rappresentano il principale veicolo di diffusione della peste suina africana (Psa), stringono d’assedio città e campagne e mettono in pericolo la sicurezza delle persone, è positivo che arrivino i primi via libera a un allargamento della caccia ai cinghiali “con l’utilizzo di cani da seguita nel periodo dal primo ottobre al 31 gennaio 2023. Il ministero della salute ha espresso parere favorevole a una richiesta avanzata da Regione Lombardia dopo l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini per contrastare la peste suina africana ricorrendo all’attività venatoria allargarta nei confronti dei cinghiali.

 

Estrema emergenza

“Ridurre numericamente la specie cinghiale significa rallentare la diffusione della PSA in quelle zone dove maggiore è la presenza di filiere agroindustriali legate agli allevamenti di maiali che garantiscono reddito, occupazione ed indotto all’Italia” evidenzia Coldiretti Cremona,  nel sottolineare che “considerata la situazione di estrema emergenza per i danni e gli incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica, il parere positivo espresso dagli esperti dal ministero sull’attività venatoria per contenere i cinghiali è un primo passo significativo. Il rischio dell’espandersi del contagio dentro alle stalle costituirebbe un danno importante in Lombardia dove è allevato oltre il 50 per cento dei maiali italiani”. 

 

Primi vettori del contagio

I branchi di cinghiali – evidenzia la Coldiretti - sono diventati il principale vettore della peste suina e mettono a rischio un settore di punta dell’agroalimentare che garantisce lavoro a circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato da venti miliardi di euro. L’invasione dei cinghiali viene considerata una vera e propria emergenza tanto che oltre otto italiani su 10 (81 per cento) - secondo l’indagine Coldiretti- pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26 per cento) si è trovato faccia a faccia con questi animali.

3205