29-08-2022 ore 12:01 | Economia - Associazioni
di Claudia Cerioli

Coldiretti, aumentano i costi di cibo, materie prime e produzione. A rischio tante aziende

Dal gas ai barattoli, dal gasolio alle etichette, è in arrivo uno tsunami sui prezzi del cibo in Italia con un autunno caldissimo sul fronte economico con la produzione agricola e quella alimentare che in Italia assorbono oltre l’11 per cento dei consumi energetici industriali totali. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti in riferimento ai rincari delle bollette che colpiscono imprese e famiglie. In agricoltura si registrano rincari dei costi che – sottolinea Coldiretti – vanno dal +170 per cento dei concimi al +90 per cento dei mangimi al +129 per cento per il gasolio fino al +300 per cento delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.

 

Redditi negativi e chiusure

Nelle campagne – denuncia la Coldiretti – più di un’azienda agricola su 10 (13 per cento) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34 per cento) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. Il comparto alimentare richiede ingenti quantità di energia – evidenzia Coldiretti Cremona – soprattutto calore ed elettricità, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro. 

 

Import di materie prime

“Così non possiamo andare avanti e non ci possiamo permettere di aspettare i tempi lunghi della politica” afferma Coldiretti, nel sottolineare che “rischiamo un crack alimentare, economico e occupazionale visto che proprio in questi mesi si concentrano le produzioni agricole tipiche del made in Italy e della dieta mediterranea con le lavorazioni per conserve, succhi e derivati. L’Italia è un paese deficitario che importa addirittura il 64 per cento del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53 per cento del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame e con l’esplosione dei costi dell’energia – conclude Coldiretti Cremona – rischiamo di perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agricole italiane sono riuscite a difendere per il bene del paese”.

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