28-08-2022 ore 16:56 | Economia - Sindacati
di Gloria Giavaldi

Servizi di sicurezza, sindacati chiedono un salario adeguato. Presidio in piazza a Cremona

Il contratto nazionale di lavoro per gli oltre 100 mila addetti ai servizi di vigilanza privata e di sicurezza è scaduto da oltre sei anni e, nonostante gli impegni precedentemente assunti dalle associazioni datoriali e dal Ministero del lavoro non sembra muoversi una foglia. Per questo anche i sindacati cremonesi ( Filcams Cgil , Fiscascat Cisl e Uiltucs) hanno indetto per lunedì 29 agosto una giornata di sciopero per l'intero turno di lavoro. L'appuntamento è davanti alla prefettura di Cremona dalle ore 10 alle ore 12. “Dopo lo sciopero nazionale dello scorso 2 maggio – scrivono - constatiamo che in questi mesi non si è mai verificata la ripresa della trattativa”. La data indicata dalle associazioni datoriali per la ripresa è il prossimo 5 settembre, ma la situazione è aggravata dallo “stato di difficoltà delle lavoratrici e dei lavoratori della vigilanza privata e dei servizi fiduciari costretti dalla irresponsabilità delle controparti datoriali e delle aziende loro associate, a salari non aggiornati da diversi anni e divenuti insostenibili a seguito degli alti tassi di inflazione registrati”.

 

Frammentazione e salario

Il percorso – per i sindacati cremonesi – deve continuare. Certo con esiti diversi rispetto a quanto avvenuto lo scorso 18 marzo: “in quella sede le associazioni datoriali, anziché presentare una proposta dignitosa sul piano salariale, hanno dichiarato di non aver ricevuto mandato dalle rispettive aziende”. Le problematiche da risolvere sono essenzialmente due: “la costituzione di una nuova associazione datoriale, comunicata a mezzo stampa a poche ore dalla ripresa del negoziato, rappresenta un elemento di preoccupazione per un settore la cui rappresentatività datoriale evidenzia da tempo una frammentazione eccessiva e l’incapacità di realizzare una sintesi positiva per le relazioni sindacali. Il mancato adeguamento del salario costituisce un elemento di estrema gravità, oltre che per il tempo trascorso, soprattutto per l’andamento dell’inflazione che in questo periodo sta comportando una grande penalizzazione del potere di acquisto dei redditi medio-bassi aggravata dagli alti tassi di inflazione registrata”.

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