28-03-2023 ore 15:15 | Economia - Cremona
di Claudia Cerioli

Confcommercio, 'rallentano i consumi a causa dell'inflazione'. Badioni: 'servono aiuti concreti'

Nella relazione mensile sull’andamento dell’economia del paese Confcommercio rileva il rallentamento dell’attività economica e certifica la recessione tecnica. In linea con le attese, il primo trimestre del 2023 si configura come un periodo di rallentamento dell’attività economica. Anche nel mese di marzo, il Pil dovrebbe ridursi dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente. Su base annua si registrerebbe una flessione dello 0,2 per cento. Nel complesso il primo quarto del 2023 si chiuderebbe con una contrazione dello 0,3 per cento mensile, confermando la “recessione tecnica”. L’indicatore dei consumi segnala la difficoltà a un ritorno dei livelli pre-pandemia. Il dato è sintesi di un aumento della domanda per i servizi (+3,7 per cento) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,4 per cento). La minore dinamicità della domanda rilevata nell’ultima parte dello scorso anno e in questi primi mesi del 2023 allontana ancora il ritorno dei consumi delle famiglie in volume ai livelli pre Covid-19.

 

Famiglie prudenti con le spese

L'andamento dei prezzi al consumo, a marzo segna una variazione nulla su base mensile e dell’8,1 per cento su base annua. La suddetta valutazione è determinata esclusivamente dal ridimensionamento dei prezzi dell’energia e del gas. Per molti prodotti e servizi si confermano ancora dinamiche sostenute, in linea con la progressiva tendenza all’aumento dell’inflazione di fondo. La presenza di tensioni all’interno del sistema importazione-produzione-distribuzione consolida i timori di un processo di rientro che, seppure ben avviato, potrebbe subire occasionali rallentamenti, con effetti negativi sulla domanda delle famiglie. L’accelerazione dei prezzi ha comportato atteggiamenti molto prudenti da parte delle famiglie. Permangono in una condizione di difficoltà il settore dei mobili (-1,7 per cento su febbraio 2022) e degli elettrodomestici (-2,3 per cento). Al contempo, sembrano svanire gli indizi di recupero che si erano registrati a gennaio per l’automotive e per l’abbigliamento e le calzature.

 

Anceschi: ‘colpa dell’inflazione’

Il direttore generale di Confcommercio di Cremona Stefano Anceschi commenta: “si conferma lento il rientro delle dinamiche inflazionistiche e si conferma altrettanto serio l’impatto sui consumi. Il rallentamento dell’attività produttiva origina dalla contrazione della domanda delle famiglie, a ciò non si è associato, per il momento, un peggioramento del mercato del lavoro che fa ben sperare per il futuro, è un indicatore che potrebbe restituire fiducia ai consumatori e sostenere la ripresa dei consumi”. Segue il presidente Andrea Badioni: “Purtroppo il processo di disinflazione non sarà rapidissimo né appare privo di incognite. La riforma del fisco annunciata in questi giorni dal governo va nella direzione giusta: punta alla crescita e alla riduzione del carico fiscale, cosa positiva che libera risorse per le famiglie e le imprese, ma non basta. Negli ultimi dieci anni hanno chiuso numerose attività anche nel nostro territorio: significa aver perso posti di lavoro e servizi per i cittadini. Servono aiuti concreti sia per le famiglie, sia per le imprese: energia e materie prime sono ancora troppo costosi e, a fronte di conti ancora troppo salati, è comprensibile la cautela delle famiglie nell’approcciarsi all’acquisto”.

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