26-08-2022 ore 15:23 | confcommercio
di Giovanni Colombi

Confcommercio Crema e il caro energia. La richiesta di agire subito a livello europeo

Nel 2022 le imprese del terziario spenderanno in energia più del doppio rispetto all’anno precedente. Un aumento insostenibile per le imprese. A certificare l’allarme che, negli ultimi mesi, ripetutamente, è stato lanciato anche da Confcommercio Cremona è, oggi, uno studio condotto dall’Osservatorio Confcommercio Energia e da Nomisma Energia. In valori assoluti, in Italia, la bolletta delle imprese del settore è passata dai 11 del 2021 ai 24 miliardi di euro previsti per il 2022. Questo nonostante la leggera flessione dei prezzi per l’elettricità registrata a luglio. Più in generale i dati confermano che, nonostante l’apparente stabilizzazione dei prezzi, il costo dell’energia e dei carburanti continua a pesare enormemente sui bilanci delle imprese del terziario.

 

Prezzi destinati a crescere

Inoltre gli analisti stimano che, nei prossimi mesi, i prezzi siano destinati a crescere ulteriormente a seguito delle recenti, nuove restrizioni nelle forniture di gas dalla Russia. Dalle rilevazioni condotte da Confcommercio, anche in provincia di Cremona, gli aumenti della spesa annuale sono arrivati a toccare punte del 122% per l’elettricità e del 154% per il gas e, nel dettaglio, gli alberghi hanno speso in media 55mila euro in più per l’energia elettrica, seguiti dai negozi di generi alimentari (+18mila), dai ristoranti (+8mila), dai bar e dai negozi non alimentari (+4mila per entrambi). Un trend confermato anche per il gas, con settore alberghiero a +15mila euro e ristoranti a +6mila, mentre per bar e negozi il rincaro annuale si situa tra il 120% e il 130%.

 

Serve una risposta europea

“Il caro energia – conferma il presidente di Confcommercio Cremona, Andrea Badioni - sta diventando l’emergenza prioritaria per le ripercussioni sulle imprese del terziario e sull’inflazione. Un problema che le imprese non possono affrontare e risolvere da sole. Serve una risposta europea per contrastare questi rincari e introdurre un tetto al prezzo del gas. Come accaduto per l'emergenza Covid serve più Europa, sia per far fronte alle ripercussioni della crisi energetica, sia per rivedere le regole di formazione del prezzo dell'elettricità, anche introducendo un tetto al prezzo del gas. Sul piano nazionale, bene la diversificazione delle fonti del nostro approvvigionamento energetico. Ma, per quanto riguarda le imprese, è necessario che il Governo rinnovi e rafforzi i crediti d’imposta per le imprese non “energivore” e non “gasivore” e riduca gli oneri generali di sistema e le accise sui carburanti. Così come è importante che, anche nella campagna elettorale in cui siamo scivolati, sia riservata la giusta attenzione ai temi del caro energia ma anche quello dell’aumento delle materie prime e del contenimento dell’inflazione. Questi temi dovranno essere prioritari nell’agenda politica di chiunque sarà chiamato a guidare il Paese dopo il 25 settembre .”

 

Agire subito

Il direttore generale Stefano Anceschi riprende le richieste che Confcommercio sta facendo a Governo e partiti: "Agire subito rilanciando l’iniziativa in sede europea sul cosiddetto Energy Recovery Fund e puntando a fissare un tetto al prezzo del gas ed alla revisione delle regole e dei meccanismi di formazione del prezzo dell’elettricità. Agire subito fin dalla conversione in legge del decreto ‘Aiuti bis’, potenziando e rendendo più inclusivi i crediti d’imposta fruibili anche da parte di non ‘energivori’ e non ‘gasivori’, scegliendo di destinare all’abbattimento degli oneri generali di sistema il gettito derivante dalle aste per l’assegnazione delle quote di emissione di CO2 e rafforzando le misure contro il caro carburanti per il settore dell’autotrasporto. È poi evidente l’urgenza di affrontare con determinazione, nella prossima legislatura, i nodi della riforma della fiscalità energetica e della riduzione strutturale del carico fiscale su trasporti e mobilità".

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