26-06-2014 ore 14:36 | Economia - Associazioni
di Rebecca Ronchi

Coldiretti: "in Provincia di Cremona 2 milioni di nutrie. Un problema che costa 20 milioni di euro l’anno"

"Sono 2 milioni le nutrie in provincia di Cremona". Questo il dato più eclatante fornito dai tecnici della Coldiretti ai 200 agricoltori che si sono dati appuntamento a Cappella de' Picenardi. Le nutrie - hanno aggiunto - provocano gravi danni nelle campagne, sia alle infrastrutture che ai raccolti. Ultimamente si sono anche avvicinate alle città. Un problema che costa 20 milioni di euro l’anno.

 

L’incontro

Le testimonianze di agricoltori, cittadini, amministratori pubblici hanno dipinto il resto del quadro: nutrie che rappresentano un pericolo sempre maggiore sulle strade e nei campi, che si spingono nei centri abitati (fin nei parchi dove giocano i bambini e nella piscina comunale a Crema), che arrivano alle mangiatoie degli allevamenti (in spregio all’impegno degli allevatori per garantire salubrità ed igiene), che ‘minano’ alle fondamenta argini e canali con il pericolo di cedimenti. Se ne è parlato lunedì 23 giugno a Cappella de’ Picenardi nell’incontro promosso da Coldiretti Cremona dal titolo Nutrie, il tempo è scaduto.

 

I presenti

Come detto erano presenti oltre duecento agricoltori che hanno gremito la sala del Teatro comunale, con i rappresentanti di oltre cinquanta comuni del territorio, e con loro i responsabili dei consorzi d’acqua. Sul palco, accanto al Presidente di Coldiretti Cremona Paolo Voltini e al Direttore Tino Arosio, c’erano le voci dei Comuni (interpretate da Raffaele Leni, vicesindaco di Cappella de’ Picenardi, mentre il sindaco Roberto Poli ha aperto l’incontro), della Regione (il Consigliere regionale Carlo Malvezzi), della Provincia (Andrea Azzoni, Dirigente agricoltura e ambiente).

 

Animali cacciabili

“L’analisi della situazione è stata netta e condivisa: gli strumenti di contenimento finora messi in campo non sono riusciti a fermare il fenomeno, che al contrario è diventato sempre più massiccio e pericoloso. S’impone un cambio di passo, un intervento straordinario, e Coldiretti è pronta a fare la propria parte”, sintetizza Voltini che incassa l’impegno di Malvezzi, “sottoscritto da tutti i presenti per cui la Regione può farsi promotrice di un provvedimento legislativo nazionale che trasformi questi animali in specie cacciabile e che li riconosca come nocivi”.

 

In attesa del dramma

“Non possiamo aspettare che arrivi la tragedia”, prosegue Arosio, “abbiamo già assistito ad incidenti in campo, con mezzi di lavoro che si ribaltano a causa dei buchi prodotti dalle nutrie. I rappresentanti dei consorzi d’acqua hanno sottolineato il rischio che gli argini possano cedere davvero, rappresentando un pericolo per la comunità. Le testimonianze degli agricoltori hanno confermato che quotidianamente, soprattutto in queste notti d’irrigazione, si viene a contatto con le nutrie, portatrici di leptospirosi e altre infezioni, vogliamo aspettare che un bambino sia morso da una nutria, perché ci si renda conto della gravità del problema?”.

 

'Emergenza sanitaria'

Importanti input sono giunti dal dibattito: la proposta, ad esempio, di affiancare ai Comuni l’ufficio legale della Regione, per non lasciare soli i sindaci che emettono le ordinanze d’abbattimento, e poi si ritrovano a fronteggiare i ricorsi (onerosi) presentati da ambientalisti e animalisti che mal interpretano il loro ruolo di difensori dell’ambiente. E ancora: l’impegno ad operare perché il problema nutrie sia affrontato come un’emergenza sanitaria.