24-08-2019 ore 20:12 | Economia - Aziende
di Lidia Gallanti

Dalla passione alla visione. Saverio Anselmi Tamburini: "occorre essere aperti al mondo"

L’odore di legno intagliato danza con il pulviscolo alla luce del sole. Il capannone in via della Costituzione 7, a Pianengo, è stipato di strumenti a riposo, in attesa di un alito di vita. Titolare della Fabbrica d’organi Comm. Giovanni Tamburini, Saverio Anselmi Tamburini traccia la linea del tempo lungo la propria storia familiare, profondamente intrecciata all'identità cremasca. Alle sue spalle troneggia l’imponente consolle dell’organo della Cattedrale di Crema, poco più in là alcuni prototipi digitali, ultima frontiera della sperimentazione musicale. Tra artigianato e imprenditoria, tradizione e modernità.

La voce di quattro generazioni
“Produciamo organi a canne da quattro generazioni. Il marchio Tamburini rappresenta follia, curiosità, estetica e innovazione. Con la fabbrica Bonizzi-Inzoli siamo l’icona dell’arte organaria cremasca, in Italia e nel mondo”. L'attività prende il via a metà Ottocento per iniziativa del bisnonno Giovanni. Un'epoca caratterizzata dalla seconda rivoluzione industriale, in cui “la spinta innovativa era massima, il potere d'acquisto alto e costi lavorativi ridotti". L’azienda passa di padre in figlio seguendo lo sviluppo tecnologico, dall’arrivo dell’elettricità all'elettronica, quindi il recupero della tradizione con il ritorno alla meccanica. “Negli anni '50 il capannone ospitava un centinaio di operai, oggi l'organico non supera le 7 persone, pur rimanendo una delle principali aziende del settore in Italia”.

 


L’artigianato sposa il digitale
Duecento anni di tradizione alle spalle e un futuro da costruire al passo con un mercato in controtendenza. Cambia la domanda, storicamente legata alla committenza religiosa: “oggi l’acquirente dello strumento nuovo è principalmente estero. I principali committenti si trovano in Francia e Spagna. Li supera solo il Libano, caratterizzato da un’alta percentuale di popolazione cattolica”. Per il Paese dei cedri sono in costruzione ben quattro strumenti. Tra le chicche, un organo destinato ad una discoteca: "si tratta di un ibrido, con base elettronica e sistema fonico a canne”. Ecco l’ultima svolta firmata Tamburini, che recentemente ha aperto una nuova società per la produzione di organi digitali: "uno strumento nudo, essenziale, che registra suoni organo vero e tramite altoparlanti riproduce suoni campionati ad altissimo livello".

La "riforma" e il Grande Organo di Leonardo
Oltre alla manutenzione degli strumenti esistenti, l'azienda ‘riforma’ organi in disuso, recuperando le canne e ricostruendo l'intera struttura che ospita la parte fonica. Non manca la sperimentazione: "lo scorso 24 giugno nel salone Liberty di Milano è stato presentato il Grande Organo Continuo di Leonardo da Vinci, ricostruito in collaborazione con il Centro Studi Leonardo3 sulla base di un bozzetto lasciato dal genio quattrocentesco. La peculiarità sta nel mantice, installato verticalmente e suddiviso in due parti. Al centro si trova una tavola meccanica, che muovendosi da sinistra a destra soffia l’aria nello strumento raddoppiando la potenza. Il prototipo è esposto nelle Sale del Re di piazza della Scala, con l’intento di farlo cantare ancora: “stiamo preparando un programma musicale per proporre concerti di musica rinascimentale, magari in abiti d’epoca”, con la promessa di organizzare una trasferta cremasca.

La passione e la visione
Secondo Tamburini, "l’identità cremasca è racchiusa nel timbro: brillante, robusta e ben caratterizzata, la voce dei nostri organi è riconosciuta in tutto il mondo". L’unico interrogativo riguarda il futuro della professione: “oggi viviamo in un mondo in cui l’ideale estetico è prioritario rispetto alla sostanza. Ciò si riflette anche in questa professione, fatta di educazione e spirito di sacrificio. Il nostro è un lavoro di passione, o ti innamori...oppure non è facile. I giovani sono senz’altro incuriositi, ma spesso non sono disposti a fare i sacrifici che quest’attività comporta, dalle continue trasferte agli straordinari". Tamburini rimane ottimista: “è un mestiere di nicchia ma ci sarà sempre un organista appassionato, che si tratti di strumenti classici o elettronici". Tuttavia, “per fare impresa non bastano i bravi artigiani, occorre avere una visione, essere aperti al mondo”.

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