In un contesto sempre più difficile per l’occupazione e gli investimenti, c’è un settore che sembra non aver risentito della crisi e che, al contrario, presenta un quadro favorevole e potenzialmente in costante crescita. Si tratta del chimico, settore composito e variegato che, almeno stando alle sigle di categoria e sindacali, coinvolge anche la cosmesi, parte del tessile e altri comparti.
Un territorio dalla lunga tradizione nella chimica
Complice il Polo della Cosmesi (con decine di aziende e un consistente indotto) e una lunga tradizione nella chimica di base e in quella di processo, il settore chimico sta vivendo sul nostro territorio una nuova giovinezza che non lascia presagire, almeno per ora, ombre all’orizzonte. Ne è convinto, tra gli altri, anche Diego Volpi, segretario generale della Femca-Cisl Asse del Po, la categoria del sindacato di ispirazione cattolica che opera sulle province di Cremona, Lodi e Mantova. “Il trend è fortunatamente stabile – ammette – e la chimica non ha risentito della crisi. Le aziende che realizzano prodotti chimici o cosmetici stanno andando molto bene. Ci sono stati alcuni casi di problemi in alcune realtà, ma soprattutto dovuti a specificità aziendali, non agli andamenti del mercato, come per esempio la Taba di Pandino, che fa gomma-plastica, dove tuttavia dopo un periodo di tensione, la situazione si è normalizzata con una razionalizzazione delle attività e pochi esuberi”.
Il successo del mondo della cosmetica
In cima ai casi di successo del nostro territorio, spicca ovviamente tutto il mondo legato all’Ancorotti Cosmetics, con centinaia di dipendenti e una costante espansione sui mercati internazionali. Aziende come Intercos, Chromavis, Lumson (che opera però nel settore della gomma-plastica) sono autentiche gemme del panorama industriale cremasco.
L'importanza dell'indotto
Secondo Volpi, tuttavia, è importante garantire la tenuta anche dell’indotto. “C’è una miriade di piccole aziende – prosegue – direttamente o indirettamente legate a queste grandi imprese. Come sindacato abbiamo sollecitato il Polo della Cosmesi, attraverso il suo presidente Matteo Moretti, a ragionare per strutturare e dare solidità ancora maggiore a tutte le realtà dell’indotto”.
In crescita stabilimenti di prodotti igienici
Trend positivo anche per quelle aziende che realizzano prodotti per l’igiene come pannolini o assorbenti; alla Sis-Ter di Palazzo Pignano, 300 dipendenti di cui in gran parte produttivi, è stata scongiurata la cassa integrazione e recentemente sono riprese le assunzioni, così come si è venuta a comporre una gestione degli orari e delle retribuzioni che ha incontrato il favore delle rappresentanze sindacali; discorso simile per la C.I.M. Cardificio Italiano di Vaiano Cremasco (80 dipendenti, con contratto del settore tessile) la cui attività prosegue senza grosse difficoltà. Sempre sul versante del tessile, buone notizie anche dall’Achitex di Vaiano Cremasco (un centinaio di dipendenti, stato di salute).
La rinascita del tessile
“Dopo la grossa crisi dei primi anni Duemila – continua Volpi – che aveva portato alla chiusura di diverse aziende del territorio come Csp, Filo d’Oro, Uniform, oggi la situazione del comparto tessile si è stabilizzata; non ci sono più i numeri del passato, ma non ha risentito particolarmente della crisi, se escludiamo il mondo legato alla moda e all’abbigliamento che però rientra sotto altre categorie”.
Il caso della Coim
Infine, non va dimenticato il caso di successo della Coim di Offanengo, per cui vale la chiosa dello stesso Volpi. “E’ una delle poche aziende multinazionali di derivazione interamente italiana”. Come a dire, sviluppo e tenuta di certo non mancano.