21-10-2021 ore 15:25 | Economia - Associazioni
di Claudia Cerioli

Cna. Parma: 'nuove regole per l'ingresso delle piccole imprese negli appalti pubblici'

“La nuova disciplina per gli appalti pubblici dovrà prevedere un effettivo coinvolgimento delle micro e piccole imprese che oggi sono ai margini di un mercato rilevante”. E’ quanto afferma Marcello Parma, presidente di Cna Cremona sul tema degli appalti pubblici. “E’ importante sapere che meno del 4 per cento delle imprese si divide ben l’83 per cento degli appalti. E’ del tutto evidente che alla maggioranza delle imprese restino le briciole e non è più ammissibile continuare in questo modo, non solo perché ce lo chiede l’Europa ma perché è fondamentale per sostenere la grande maggioranza del nostro tessuto imprenditoriale”. Cna lamenta che, ad oggi,  non solo non c’è alcun riferimento al principio comunitario di favorire l’accesso alle Pmi ma non esistono nemmeno soluzioni normative per rendere obbligatoria la suddivisione in lotti. La nuova disciplina inoltre dovrebbe favorire e promuovere le aggregazioni tra gli operatori economici e favorire la partecipazione delle piccole imprese locali per tutelare le attività economiche diffuse sul territorio.

 

‘Limiti ai subappalti’

Un altro tema importante è quello legato al subappalto. L’Europa chiede all’Italia l’eliminazione di ogni limite, ma per la Cna questo vorrebbe dire incorrere nel rischio di premiare imprese prive di capacità organizzativa che non farebbero nient’altro che far ricadere sulle subappaltatrici responsabilità e oneri, e non sarebbe corretto. “L’introduzione di un limite è importante – commenta Parma – la piccola impresa non può farsi carico di oneri che spettano esclusivamente a chi vince l’appalto, altrimenti se così fosse avrebbe partecipato direttamente alla gara. Ci sono dei principi fondamentali che non vanno dimenticati: semplificazione, trasparenza, riduzione oneri a carico delle imprese e, soprattutto, la facilitazione dell’accesso per micro, piccole e medie imprese. Crediamo che sia utile ripartire da una cabina di regia di cui facciano parte le associazioni maggiormente rappresentative degli operatori per dare una possibilità reale al 96 per cento delle imprese italiane di accedere a un mercato sconosciuto e inaccessibile ad oggi”.

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