20-07-2021 ore 20:32 | Economia - Cremona
di Denise Nosotti

Confcommercio titubante sul ‘green pass’ nei locali: 'luoghi rigidamente controllati'

Inizia a farsi largo anche in Italia la cosiddetta ‘proposta Macron’ che limiterebbe, ai soli vaccinati, l’ingresso in bar, ristoranti e l’accesso ai mezzi di trasporto quali aerei e treni. Questa ipotesi trova dei favorevoli e dei contrari, ma anche persone che ‘stanno nel mezzo’, ovvero capiscono la gravità della situazione: non vorrebbero tornare presto in lockdown, ma vorrebbero altresì tutelare l’economia del territorio, già molto provata. È su queste basi che Confcommercio Cremona illustra la propria posizione attraverso le parole del presidente Fipe Alessandro Lupi. “Siamo consapevoli, più di chiunque altro, di quanto sia pericoloso e irresponsabile sottovalutare il rischio di nuove ondate di contagio. Va tutelata la vita umana, scongiurando morti che potrebbero essere evitate. E non si deve ricadere in nuovi lockdown che sarebbero insostenibili per imprese rese fragilissime da quanto hanno dovuto subire negli ultimi mesi. Avrebbero un costo economico e occupazione che non possiamo permetterci. Occorrono provvedimenti seri, coerenti ed efficaci, non semplicemente di facciata”.

 

Controlli rigidi nei locali

“Chiediamo come sia possibile pensare ai pubblici esercizi come luoghi di contagio a cui accedere solo con il pass vaccinale quando per festeggiare il successo agli Europei di calcio, abbiamo visto assembramenti pericolosissimi e incontrollati in tutte le piazze. Anche l’obbligo di “green pass” (che oggi in Italia è utile solo per cinema, teatri ed eventi) ad ampio spettro sul modello francese può essere accettabile, ma solo se si pensa ad una più attenta e ampia operazione di contenimento della diffusione del covid. Pensate, per esempio, alle preoccupazioni del mondo della scuola (legate alla didattica ma anche ai trasporti). Ambiti che non è chiaro in che modo potrebbero intersecarsi con la nuova normativa. E che sono meno sicuri e controllati di quanto non siano i nostri ristoranti e pubblici esercizi, dove c’è una vigilanza rigorosa e un rispetto dei protocolli rigidissimi tanto per i clienti che per gli operatori. Si parta, dunque, dalla proposta di estensione degli ambiti di applicazione del “green pass” ma poi ci si confronti con tutti i portatori di interesse, auspicando che ciascuno porti un contributo di esperienze e idee per raggiungere l’obiettivo di uscire definitivamente dalla pandemia”.

 

Pro vaccini

“Come Fipe e Confcommercio, siamo pronti a fare la nostra parte. Dunque non ci schieriamo né con Macron né con chi twitta che “La libertà individuale è sacra e inviolabile”, perché pensiamo che questa trovi naturalmente i suoi confini quando finisce con il limitare quella altrui. E, ovviamente, siamo a favorevoli alle campagne vaccinali. Noi stessi ci eravamo resi disponibili per investire risorse proprie in un progetto destinato alle imprese e ai dipendenti, animati dalla volontà di raggiungere il prima possibile l’immunità della nostra comunità. E ribadiamo il nostro impegno su tutti i progetti di sensibilizzazione rivolta ai giovani e alla popolazione più in generale. Ma non siamo disposti ad essere, ancora una volta, gli unici a cui viene chiesto di fare sacrifici, soprattutto se inutili per raggiungere un qualsiasi obiettivo”.

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