20-07-2017 ore 17:40 | Economia - Sindacati
di Francesco Ferri

Metalmeccanici. Fiom, tra rinnovi e diritti. Bosio: “serve una nuova politica industriale”

Tutela e allargamento dei diritti dei lavoratori. Questo principio è alla base dell’operato della Fiom, la Federazione impiegati metalmeccanici. Come spiegato dal segretario generale Massimiliano Bosio “il lavoro svolto con tenacia dai delegati in tutte le sue strutture ha portato su tutto il territorio provinciale risultati di consenso oltre ogni aspettativa, grazie ad una struttura radicata”. La situazione delle aziende e dei lavoratori “è stagnante. Risulta fondamentale un cambiamento della politica industriale per creare nuove opportunità di lavoro”.

 

Accordi interconfederali

Secondo il segretario, “il voto e la scelta di chi ci rappresenta è il fattore di democrazia più alto. I luoghi di lavoro sono dei baluardi in questo senso. Sono i lavoratori che ogni 3 anni scelgono la sigla sindacale e il delegato aziendale che lo deve rappresentare. Per sopperire alla mancanza di una legge che regolamenta l’elezione, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, assieme alle associazioni datoriali, si sono date delle regole sottoscrivendo accordi interconfederali. Il primo, con Confindustria nel 2014, ha fatto avviare in tutte le aziende associate i rinnovi delle rappresentanze sindacali unitarie. Si tratta di mandati di tre anni. In questi mesi è in corso il rinnovo”.

 

Costante diminuzione di commesse

“Nel cremonese, nel casalasco e nel cremasco – ha spiegato Bosio – la situazione appare uniforme e stabilizzata. Non siamo ancora usciti dal periodo di crisi. Il jobs act ha eroso i diritti dei lavoratori e distrutto il sistema sociale. Gravi anche i risultati causati dalla riforma Fornero sia per le persone prossime alla pensione che per i giovani”. In questi anni “si è verificata una costante diminuzione delle commesse e di conseguenza una riduzione dei lavoratori impiegati. Le piccole imprese hanno chiuso senza ricorrere all’utilizzo di ammortizzatori sociali mentre le aziende di medie e grandi dimensioni si sono ridimensionate”. 

 

Rinnovo della politica industriale

Secondo Bosio, è necessario un “cambiamento della politica industriale, con un piano di investimenti a livello di edifici e strutture pubbliche per far ripartire l’economia”. Fondamentali risultano “gli investimenti nel campo dell’innovazione e della ricerca”. La speranza è che “alla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva non si verifichi, come avvenuto l’anno scorso, un’ulteriore riduzione delle commesse”.

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