20-02-2020 ore 14:05 | Economia - Mercati
di redazione

Cosmesi nel Cremasco. Bordo: ‘è ora di fare il salto di qualità con il Cluster industriale’

“Egregio direttore, come ampiamente riportato dagli organi di informazione, il mondo del lavoro del cremasco è interessato dalla chiusura di una società cooperativa che opera nel settore della cosmesi, con un licenziamento collettivo di 87 persone”. Come scrive Franco Bordo nella sua lettera a Cremaonline, “è una situazione che, oltre a creare problemi enormi per i lavoratori coinvolti, prevalentemente donne e alcuni con particolari fragilità sociali e per la sicurezza economica e sociale delle loro famiglie, dovrebbe essere elemento di preoccupazione per l'intera comunità cremasca”.

 

Alto tasso di precarietà

“Innanzitutto perché ottantasette licenziamenti in tronco in un territorio delle nostre dimensioni non è cosa di poco conto e, inoltre, perché ciò avviene in un settore che viene indicato come in via di sviluppo. Allora, senza alcun allarmismo, è lecito domandarsi: tale realtà è ancora in crescita o arrivano segnali di rallentamento? Una domanda necessaria per un territorio come il nostro, che ha visto la sua tenuta occupazionale solo grazie all'espansione del Distretto della Cosmesi, ben sapendo però che stiamo anche parlando di un'occupazione caratterizzata da un alto tasso di precarietà nei contratti di lavoro, come per le condizioni salariali”.

 

Cluster industriale

“E a questa domanda dovrebbe seguire subito un'indagine e una riflessione collettiva. Il settore tira? Sì? ma per quanto? E se è ancora in espansione perché non procedere con maggior decisione a fare il salto di qualità, da Distretto verso un vero e proprio Cluster industriale, superando la logica territoriale ma cercando legami orizzontali e verticali con imprese ed istituzioni a livello regionale e/o nazionale? E, in conclusione, vorrei porre un'altra breve riflessione. Da un punto di vista occupazionale, per la tenuta e - perché no? - lo sviluppo economico del nostro territorio, non dovremmo allargare gli orizzonti? Per impostare e condividere a livello territoriale una strategia che sia in grado di diversificare, puntando su più realtà e settori produttivi, come, solo ad esempio, la meccanica e l'agroalimentare? Per non trovarci, domani, con brutte e irreparabili sorprese”.

1989