20-01-2020 ore 20:32 | Economia - Sindacati
di Denise Nosotti

Vertenza Coop Lombardia. Voto unanime dei lavoratori alla proposta dei sindacati

Novità sulla vertenza Coop Lombardia, che in provincia di Cremona coinvolge circa 500 lavoratori. Nei nove punti vendita lombardi si sono svolte sabato 18 gennaio le assemblee. Nonostante qualche timore iniziale, il documento che i sindacati andranno a proporre all’azienda ha incassato il voto unanime dei lavoratori. Il contratto integrativo che Coop Lombardia ha disdetto unilateralmente il 30 dicembre scorso contiene “una serie di regole a vantaggio dei lavoratori”.

 

Perdita economica

Definisce tra le altre cose il premio di risultato, le maggiorazioni, il trattamento del lavoro domenicale, gli straordinari e le pause retribuite (non presenti nel contratto nazionale). È in termini pratici piuttosto importante, vale circa 2 mila euro per ognuno dei 3 mila 500 dipendenti. Il contratto integrativo sarebbe scaduto il 31 marzo 2020. La Coop ha inizialmente rifiutato la richiesta di un incontro proposto da Cgil Cisl e Uil per la fine di febbraio; ha rifiutato l’apertura di una trattativa e deciso la disdetta immediata. Ha motivato il provvedimento col sostanzioso calo delle vendite e l’elevata quota di assenteismo che, in alcuni punti vendita, supera il 10 per cento.

 

Investimenti e strategia commerciale

I referenti sindacali, forti del mandato dei lavoratori, assicurano che la proposta non sarà al ribasso, ma ambiziosa. Non sarà una trattativa facile ed è alto il rischio che venga oltrepassato il margine del mese di marzo. I delegati Rsu hanno lamentato la mancanza di autocritica, l’impossibilità di accedere ai dati riguardanti l’investimento produttivo. Non negano che l’assenteismo possa essere uno dei motivi dell’attuale difficoltà, ma assicurano non sia il solo e il principale motivo vada ricercato negli errati investimenti e nella mancanza di strategia commerciale. Negli ultimi anni (dando atto all’azienda di non aver mai licenziato), si è proceduto ad abbassare l’età media dei lavoratori, rendendola più in linea con i concorrenti.

 

La piattaforma

Il documento che verrà presentato all’azienda riguarda l’organizzazione del lavoro e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Si chiede la modifica dell’orario di lavoro (con un intervento sulle pause retribuite e regolamentando il tempo massimo del turno spezzato), la fruizione delle ferie e dei permessi, con particolare attenzione per i criteri solidaristici (Ferie e permessi solidali). Per quanto riguarda il “lavoro domenicale” si discuterà di maggiorazioni, tempistica e modalità del riposo. I sindacati chiedono di estendere il personale che si possa astenere dalla prestazione di lavoro domenicale. L’accesso agli appalti dovrà essere l’estrema ratio e solo assicurando che non leda i lavoratori della Coop Lombardia.

 

Apprendistato, pause e part time

Sarà da correggere – almeno nelle intenzioni dei lavoratori e dei sindacati – anche l’utilizzo del part time, rendendo meno squilibrato il rapporto tra contratti parziali e contratti a tempo pieno, che oggi non vengono scelti volontariamente dalle lavoratrici ma risultano funzionali esclusivamente ad un'organizzazione flessibile. Le parti sindacali chiedono all’azienda di aumentare le conferme dei lavoratori al termine del contratto di apprendistato. Il contratto integrativo aziendale dovrà avere una validità triennale, dal 1° aprile 2020 fino al 2023.

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