19-06-2020 ore 19:55 | Economia - Sindacati
di Giovanni Colombi

Ats, medici e dirigenti. Studio del sindacato sulla gestione dell’emergenza in Lombardia

L'associazione sindacale di medici e dirigenti sanitari della regione (Anaao – Assomed Lombardia) ha svolto uno studio tra i dirigenti sanitari delle Ats lombarde, strutture tutt’oggi al centro di forti polemiche per la gestione dell’emergenza Covid19, per tracciare umori e opinioni degli operatori in prima linea (in allegato il questionario completo). Ad oggi la gestione dell’emergenza sembra essere parzialmente migliorata, grazie all’aumentata chiarezza delle indicazioni operative e all’aumentato numero di tamponi, ma il sindacato auspica che, a emergenza conclusa, si possano discutere proposte atte a migliorare il Sistema Sanitario Regionale.



 

Cosa non ha funzionato

Nel questionario si è posta attenzione alla risposta alla pandemia da parte di Regione e delle Ats lombarde nella percezione degli operatori che hanno risposto al questionario. Due terzi delle risposte indicano che Regione Lombardia non è stata veloce nell’impartire istruzioni sia sullo svolgimento dei test sia riguardo l’isolamento dei casi e la quarantena per i contatti stretti. La proporzione si ribalta invece riguardo l’attività di Ats; infatti quasi i due terzi delle risposte rappresentano che le Ats hanno applicato con sollecitudine le indicazioni regionali. È stato poi chiesto una opinione riguardo le affermazioni di diversi esperti (virologi ed epidemiologi) che ritengono vi sia stata una inadeguata azione nell’effettuare test (tamponi) al fine di isolare prontamente casi e contatti. La maggior parte degli intervistati ha posto l’attenzione sulla mancanza di chiare indicazioni; tuttavia anche la mancanza di tamponi e di personale (oltre 45% delle risposte) ha influito significativamente sui ritardi. Da rimarcare comunque che l’8% delle risposte segnalino che l’opinione degli esperti sia errata. Significativo poi che oltre il 50% delle risposte indichino che l’enorme pressione degli ospedali ha influenzato (rendendolo maggiormente difficoltoso) il compito di Ats e che attualmente la situazione sia migliorata. Le cause del miglioramento sono poi maggiormente attribuite all’aumentata chiarezza delle indicazioni operative e all’aumentato numero di tamponi effettuati; in minor misura all’aumento di personale dedicato all’emergenza.



 

La trasformazione delle Asl in Ats

Inoltre è stata chiesta un’opinione riguardo la suddivisione del personale del Dipartimento di Prevenzione delle ex-Asl fra Ats e Asst polo territoriale operato dall’ultima riforma. In questo caso il 71% delle risposte ha ritenuto questa scelta errata alla luce dell’attuale emergenza; tale scelta è considerata sbagliata anche proiettando la considerazione in tempi di normalità, al di fuori di questo periodo particolare. Si è poi posto il quesito se l’estensione delle Ats abbia influito sulla risposta all’emergenza. A questo proposito la Legge regionale 23 del 2015 ha ridotto il numero degli Enti territoriali, facendo confluire 15 Asl in 8 Ats, aumentandone ovviamente il territorio di riferimento (ad esempio le Asl Cremona e Mantova sono confluite in Ats Valpadana). Poco più dei due terzi dei pareri ha evidenziato che l’aumento dell’estensione territoriale ha influito sulle difficoltà di dare una risposta all’emergenza. Molto secco il giudizio sulla gestione dell’emergenza che avrebbero potuto garantire le Asl nei confronti della prova fornita dalle Ats in questo tempo di pandemia. Oltre tre quarti delle risposte sottolineano che le Asl avrebbero fornito una prova migliore e solo il 10% ritiene che non vi sarebbero state sostanziali differenze.

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