18-02-2020 ore 16:35 | Economia - Associazioni
di Ilaria Bosi

'Pianura Padana, allevamenti insostenibili': Legambiente li denuncia alla Commissione

“Volumi crescenti e ingestibili di liquami zootecnici inquinano suolo, acqua e aria. Campi agricoli usati come siti per smaltimenti all’aria aperta”. Secondo Legambiente serve un piano nazionale per fermare gli eccessi degli allevamenti intensivi, trasferendo le risorse europee a beneficio della zootecnia sostenibile nelle aree interne. Nelle quattro regioni della pianura Padano-Veneta si concentra oltre l'85% di tutti i suini allevati in Italia e oltre i 2/3 di tutti i bovini nazionali. Una densità di animali allevati che ha pochi eguali in Europa e che rappresenta, in termini di massa biologica, l'equivalente in peso di 50 milioni di esseri umani, oltre il doppio della popolazione residente. Le umane deiezioni vengono trattate dai depuratori, per gli animali allevati non c'è alternativa allo spandimento sui campi: una pratica che funziona, quando le quantità sono appropriate e le colture richiedono fertilizzanti”.

 

La circolare del Ministero

“Questo inverno la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la circolare alle regioni con cui il Ministero delle Politiche Agricole, in dicembre, per venire incontro agli allevatori, ha autorizzato l'impiego di liquami anche nei mesi di dicembre e gennaio, mesi in cui - per rispettare la direttiva europea - vige il divieto di spandimento. Con il risultato di produrre immensi sciacquoni luridi, che hanno formato estese paludi maleodoranti e colature schiumose nei corsi d'acqua della 'bassa' padana ed in particolare nelle province della Lombardia, la regione più solerte nell'attuazione della circolare ministeriale”.

 

Commissione europea

Tra gli effetti immediati, oltre alle proteste di residenti e comitati, anche un repentino aumento dei valori atmosferici del PM10 nei giorni centrali di gennaio, uno dei periodi di aria più inquinata del decennio. Questa circolare, che Legambiente aveva invano chiesto di ritirare, è al centro della denuncia fatta dalla stessa associazione ambientalista e trasmessa oggi agli uffici della Commissione Europea, contestandone la violazione di ben quattro direttive, in materia di acque, aria, rifiuti e inquinamento da nitrati.

 

Danni alla salute

I residenti sono “costretti a sopportare miasmi e inquinamenti, gravi e dannosi per la salute: le deiezioni zootecniche sono all'origine delle emissioni di ammoniaca, gas che si combina con i micidiali NOx per formare sali d'ammonio, che compongono fino al 50% del particolato sottile per cui l'Italia è sotto procedura d'infrazione europea, 'per avere omesso di prendere misure appropriate per ridurre i periodi di superamento'. E se rendono l'aria irrespirabile, non va meglio per l'acqua: i composti azotati in eccesso infatti sono all'origine dell'inquinamento da nitrati di fiumi, canali e falde acquifere da cui attingono pozzi e acquedotti, un problema grave al punto da spingere l'Europa, già nel 1991, a promulgare una direttiva per la protezione delle acque da questo specifico inquinamento”.

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