17-11-2020 ore 15:45 | Economia - Sindacati
di Claudia Cerioli

I sindacati sono contro i servizi a pagamento che portano alla morte la medicina pubblica

I pensionati di Cgil, Cisl e Uil della Lombardia protestano per il servizio di prevenzione Covid a pagamento, che fornisce l’ospedale san Raffaele di Milano. “I cittadini - sottolineano - devono pagare per interventi che dovrebbe fare Regione Lombardia". Secondo Federica Trapletti, Emilio Didonè e Serena Bontempelli, le ragioni "vanno ricercate nella scelta politica di favorire la privatizzazione del servizio sanitario regionale lombardo, che ha indebolito la sanità pubblica di prevenzione e assistenza territoriale, "riducendo il numero di medici e infermieri e dei posti letto. Il privato raccoglie le domande urgenti che il pubblico, alle prese con una mole di lavoro enorme, non è in grado di soddisfare". 

 

Il san Raffaele a domicilio

Ha destato sdegno il fatto che all'ospedale San Raffaele di Milano sia possibile richiedere, da parte dei cittadini in isolamento domiciliare o particolarmente preoccupati, un consulto telefonico o video a 90 euro. Mentre il pacchetto completo con visita a domicilio, prelievo ematico, radiografia toracica e misurazione della saturazione può costare fino a 450 euro. Insomma, il Gruppo San Donato ha organizzato a pagamento il Lea che avrebbe dovuto garantire istituzionalmente la sanità pubblica lombarda, con le Usca coordinate dalla Ats di Milano, mai decollate e di cui ancora oggi non si conosce il numero esatto. “In sostanza, un cittadino che teme di essere affetto da Covid, di fronte ai tempi di risposta della sanità pubblica, si vede costretto a rivolgersi alla sanità privata per avere almeno una interlocuzione, un consiglio da un medico. L'unica alternativa per chi non può pagare resta solamente il pronto soccorso. Quando si annuncia una servizio sanitario bisogna essere in grado di rispettare impegni e tempi. Altrimenti si deteriora la fiducia dei cittadini”.

 

Le Usca

“Le Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) di medici e infermieri, che avrebbero dovuto fornire assistenza a domicilio ai pazienti positivi malati di Covid isolati in casa, mancano perché la sanità pubblica non è stata capace di organizzare. I cittadini abbandonati potrebbero decidere di affidarsi ai medici dell'istituto privato. Da qui – concludono i sindacati -  la nostra richiesta a Regione Lombardia di investire risorse nella sanità pubblica e di ripensare il modello sanitario che ha smantellato il pubblico per favorire i privati”.

1850