17-10-2021 ore 14:40 | Economia - Sindacati
di Claudia Cerioli

Covid: Confsal chiede a Governo e aziende di pagare la metà della spesa per i tamponi

Il sindacato Fesica Confsal sostiene che sia lo Stato o i datori di lavoro a pagare il 50 per cento del costo dei tamponi e non i dipendenti. Lo ha espresso il segretario generale Bruno Mariani a proposito dell'obbligo che da venerdì 15 ottobre impone di presentarsi a lavoro in possesso di green pass con il vincolo, per i non vaccinati, di effettuare tamponi periodici. "Un tampone rapido ogni 48 ore o uno molecolare ogni 72 rischia di gravare pesantemente sullo stipendio. Un dipendente che lavora cinque giorni a settimana dovrà eseguire almeno tre tamponi rapidi, per un totale di 45 euro, ovvero 180 euro al mese".

 

Appello al Governo

"Davanti ad un’oggettiva problematica, ci appelliamo alla sensibilità del Governo affinché intervenga con un provvedimento ad hoc che disponga il pagamento degli oneri dei tamponi ai datori di lavoro, da dividere in equa parte con lo Stato italiano magari tramite un rimborso del 50 per cento del totale. E' una soluzione di buon senso che non intacca eccessivamente su aziende e contribuenti. Per quanto ci riguarda si tratterebbe di una scelta oculata, poichè i prezzi calmierati dei tamponi di cui si ha notizia inciderebbero comunque notevolmente sui salari di un lavoratore medio. Pertanto pensiamo sia giusto far condividere queste spese, al cinquanta per cento, alle parti più forti: Stato ed imprenditori" ha concluso Mariani.

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