16-11-2021 ore 10:35 | Economia - Cremona
di Claudia Cerioli

Cna. Parma: ‘mantenere i bonus edilizia per aiutare sia le famiglie che le imprese’

ll presidente di Cna Cremona Marcello Parma evidenzia l’importanza di “mantenere i bonus per l'edilizia necessari per la ripresa”. Secondo l’indagine curata dal centro studi della Cna, quest’anno la crescita delle spese edili di imprese e famiglie è destinata a salire del 62,7 per cento sul 2019, anno pre-pandemia, e addirittura del 73,2 per cento rispetto al 2020 quando tra febbraio e maggio il Covid ha paralizzato l’attività nel settore delle costruzioni. In termini assoluti, a fronte dei 46,2 miliardi di euro stimati dal centro studi della Cna per l’intero 2021, nel 2020 la spesa è ammontata a 26,7 miliardi e nel 2019 a 28,4 miliardi. Interessante anche l’analisi dell’andamento mensile di queste spese, da cui emerge l’impennata registrata a fine anno, periodo nel quale si è temuta la fine delle norme più favorevoli a imprese e cittadini.

 

‘Confermare il superbonus 110 per cento’

"I risultati dell’indagine - afferma Parma - ribadiscono l’esigenza di confermare il superbonus al 110 percento, il bonus facciate al 90 per cento, le detrazioni sulle ristrutturazioni degli edifici al 50 per cento, le detrazioni sulla riqualificazione energetica degli edifici al 65 per cento nonché di confermare la possibilità per tutte le misure di cedere i crediti corrispondenti alle detrazioni riconosciute. Questi risultati sono basati sui dati resi disponibili dal ministero dell’economia e delle finanze, relativi ai versamenti delle ritenute (applicate sui bonifici bancari  effettuati per il pagamento delle spese fino al mese di settembre 2021), e attraverso una stima prudenziale che valuta nel 30 per cento delle spese complessive sostenute dalle famiglie nel 2019 l’ammontare dell’importo cui è stato riconosciuto dalle imprese edili lo sconto in fattura.

 

‘Importanti per imprese e famiglie’

“Sono dati - aggiunge il presidente Parma - che si basano su una stima reale, per giunta valutata al ribasso. Eliminarli o comunque ridimensionarli,  vorrebbe dire bloccare tutto il sistema che si era rimesso faticosamente in modo dopo due anni durissimi e difficilissimi, non solo per le imprese ma anche per le famiglie italiane. Non va dimenticato infatti che le imprese, soprattutto le piccole e medio imprese, ovvero il vero tessuto economico del nostro territorio è fatto fa imprese che sono formate da pochissimi addetti. Far fermare loro, significa rimettere ai box intere famiglie, non ce lo possiamo davvero più permettere"

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