16-08-2018 ore 16:00 | Economia - Mercati
di Ramona Tagliani

Tatuaggi e piercing che passione. I numeri sono da record: titolari donne e under 35

La ‘mania’ del tatuaggio non solo non accenna minimamente a fermarsi, ma sembra coinvolgere un numero crescente di persone. Molti decidono di ‘scolpire per sempre un caro ricordo’, oppure ‘rendere eterno un traguardo importante’, un ‘evento indimenticabile’. Spesso si tratta di un ‘modo per migliorarsi esteticamente’ o per ‘incamerare il potere di un simbolo’.

 

Diamo i numeri

Qualunque sia il motivo, secondo i dati di un’analisi condotta da Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, il numero di studi di piercing e tatuaggi ha toccato quota 4 mila alla fine dello scorso anno, registrando un aumento di 2.700 unità rispetto al 2012. In questa classifica svettano Roma (306), Milano (272) e Torino (216), seguite da Bergamo e Bergamo con 270 e Firenze con 115. L’unica città del Mezzogiorno nella top ten è Napoli, con 104 studi registrati. A livello regionale abbiamo Lombardia (902 imprese), Lazio (440) ed Emilia-Romagna (373). L’aumento più marcato è stato in Umbria: le imprese del settore sono passate da 10 a 73 in cinque anni. In Calabria i tatuatori sono quattro volte più numerosi del 2012 (da 12 a 64), mentre in Basilicata e Molise si è passati da 6 a 28 e da 4 a 11.


Under 35

Il 94% delle aziende del settore risulta costituito nella forma di impresa individuale. Nel 31% dei casi le titolari sono donne. Tra le under 30 sono oltre il 35%, mentre gli uomini primeggiano tra gli over 50, superando il 77%. Stando ai dati, è discreta la presenza di imprese giovanili: la metà delle 4 mila realtà presenti in Italia fa infatti riferimento ad aziende under 35.

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