16-07-2018 ore 14:32 | Economia - Associazioni
di Andrea Galvani

Fiume Adda, l'inimmaginabile crisi idrica. Il Dunas ha chiesto ‘il rilascio dai bacini alpini'

Il fiume Adda sta attraversando una crisi idrica. Per imporre il rilascio di acqua dai bacini alpini il Consorzio di bonifica Dugali naviglio Adda Serio, con i concessionari del Consorzio irrigazioni cremonesi, canale Retorto, roggia Rivoltana e roggia Vailata hanno inoltrato formale istanza a Regione Lombardia “affinché imponga il rilascio dai bacini idrolettrici della Valtellina verso il lago di Como dell’acqua indebitamente trattenuta da aprile ad oggi”.

 

Fertili e ricchi di biodiversità

Il lago garantisce l’irrigazione a quasi 100.000 ettari della provincia di Cremona, che grazie alle derivazioni dell’Adda da secoli rendono il lembo di pianura tra i più fertili e ricchi di biodiversità. In caso di crisi idrica, gli idroelettrici alpini, ultimi arrivati tra gli utilizzatori delle acqua dell’Adda, devono garantire un afflusso costante al lago di Como, così come confermato da due storiche sentenze del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche di Milano (TRAP 1/93) e dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma (TSAP 86/95)”.

 

Crisi idrica inimmaginabile”

Eppure, sottolineano dal Consorzio “da quasi un mese il livello del lago è in caduta libera ed ora le derivazioni non possono prelevare più del 70% della propria competenza. Da aprile i bacini alpini hanno trattenuto oltre 200 milioni di metri cubi d’acqua, pari a ben più del volume oggi regolabile del Lago di Como, ormai limitato a poco più di 180 milioni di metri cubi. La mancanza di acqua al lago e l’applicazione del deflusso minimo vitale che impone il mantenimento in fiume di ben 22 m3 /s hanno ormai portato il fiume Adda in una situazione di crisi idrica inimmaginabile sino a pochi mesi fa”.

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