16-06-2015 ore 09:59 | Economia - Mercati
di Stefano Zaninelli

Cremona. Presentato il secondo rapporto annuale Economie regionali. In provincia l’export traina l’uscita dalla recessione

È stato presentato ieri pomeriggio presso la Camera di commercio di Cremona il secondo rapporto Economie regionali, pubblicato dalla Banca d’Italia l’8 giugno (il documento integrale in allegato). Raccolto in un volume di circa un centinaio di pagine, illustra l’andamento dell’economia della Lombardia nel 2014 attraverso tre settori: l’economia reale – attività produttive e mercato del lavoro – l’intermediazione finanziaria e la finanza pubblica. Alla presentazione hanno preso parte, in qualità di relatori, Gian Domenico Auricchio, presidente della Camera di commercio, Maurizio Rocca, direttore della filiale di Brescia della Banca d’Italia, Fabrizio Pezzani, vicepresidente di Cariparma, Paola Rossi, Paola Monti e Massimiliano Rigon della divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia e Fabio Antoldi, docente di economia e finanza all'Università Cattolica di Cremona.

 

Sostegno alle imprese

In provincia di Cremona, “accanto all’aumento della produzione – ha introdotto Auricchio – al trend positivo delle esportazioni e all’inversione di tendenza degli impieghi bancari (-3% nel 2013) è vitale che il ritorno alla fiducia sia sostenuto da un’azione di politica economica chiara e determinata che sostenga l’impresa. Vi è l’assoluta necessità di creare un ambiente più favorevole al fare impresa, così com’è indispensabile investire in infrastrutture ferroviarie e stradali che consentano al nostro territorio collegamenti efficienti e in linea con gli standard europei”.

 

Iniziata la ripresa

“Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco – ha spiegato Maurizio Rocca – ha certificato che nel quadro economico italiano è iniziata una seppur debole fase di ripresa. È dovuta principalmente all’accelerazione dell’export, avvantaggiata dal deprezzamento del cambio euro/dollaro e dalle manovre di politica monetaria della Bce. Tuttavia, il terreno perduto durante la crisi è tantissimo; la ripresa dello sviluppo produttivo avrebbe bisogno di manifestarsi in forme molto più intense di quelle registrate sinora”.

 

Massimiliano Rigon, Paola Monti, Paola Rossi, Gian Domenico Auricchio, Maurizio Rocca, Fabrizio Pezzani, Fabio Antoldi (foto © Cremaonline.it)

Il ruolo dell’export

Nonostante l’uscita dalla fase recessiva, il contesto italiano rimane caratterizzato da “un forte dualismo delle imprese: tra quelle efficienti, che lo sono diventate ancor di più e quelle che, invece, fanno registrare segnali negativi, ovvero quella parte del sistema produttivo che non è propensa all’innovazione”. Un ruolo importante nel sostegno all’export – più attratto da paesi extra Ue, che non nel vecchio continente – lo gioca “la dimensione delle imprese, ancora troppo ridotta: questo denota scarsa vocazione all’esportazione, alla ricerca e allo sviluppo. Come ogni guerra, anche quella settennale della crisi è forse finita e, ancora forse, si è avviata la fase della risoluzione. Tuttavia, la ricostruzione degli edifici distrutti, replicando le strutture precedenti, potrebbe essere un errore”.

 

Mercato del lavoro provinciale

A livello economico, il 2014 della provincia di Cremona ha fatto registrare un aumento del tasso d’occupazione, attestatosi al 64,4%, ovvero una crescita dell'1,3% rispetto al 2013. È diminuita la disoccupazione, passata da un tasso dell’8,5% nel 2013 al 7,6% dello scorso anno. Migliora di un punto percentuale anche la disoccupazione giovanile, nel 2014 pari al 21,3%. Ancora bassa l’occupazione femminile, che nel 2014 si è attestata al 55,3%, mentre la disoccupazione all’8,5%. A livello generale, come ha segnalato il presidente Auricchio, “siamo ancora molto distanti dai valori pre crisi, quando la disoccupazione totale era pari al 3,1% ed il tasso d’attività (il rapporto tra forze lavoro e popolazione in età lavorativa) al 70,3%”.

 

L’economia in provincia

Dagli ultimi dati disponibili relativi alla situazione economica provinciale (riferiti al 2013) emerge il seguente quadro: l’agricoltura ha generato il 5,7% del valore aggiunto provinciale impiegando il 4,7% degli occupati; le costruzioni il 6% del valore ed il 7% degli occupati; l’industria il 25% del valore con il 29% degli occupati; infine, i servizi hanno generato il 63% del valore aggiunto impiegando il 63% degli occupati. A livello congiunturale, il primo trimestre 2015 ha registrato una timida ripresa del settore manifatturiero (+0,2%) ed una crescita degli ordinativi interni ed esteri. Fondamentale rimane il ruolo dell’export, che dal 2009 al 2014 ha registrato un aumento del 54,8%; nel 2014, le esportazioni hanno generato il 40% del valore aggiunto provinciale. 

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