14-10-2021 ore 14:15 | polocosmesi
di Lisa Dansi

Polo della Cosmesi. Mercato delle macchine per il packaging: la crescita è a doppia cifra

I dati resi noti a fine luglio da Ucima, l’associazione dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio, fotografano un settore in buona salute, in crescita sia sul mercato interno (+31.2) che sul fronte export (+19.3%). E a volare è soprattutto il cosmetico: qui, più che in altri settori clienti, gli investimenti nelle tecnologie digitali e l’alta qualità dei macchinari Made in Italy hanno portato il fatturato a 348,7 MLN di € con una crescita del +11,2%. Sul fronte della tipologia produttiva, in cima alla lista delle soluzioni più richieste troviamo le macchine per il packaging primario che rappresentano il 53,2% del fatturato del settore, seguite dal packaging secondario (18,8%) e dalle macchine per il fine linea (13,9%). Le aziende, la maggioranza delle quali è di piccole dimensioni (il 79% sono aziende non arriva a 10 MLN di euro), si concentrano per lo più lungo l’asse della via Emilia da Piacenza a Rimini, nota anche come “packaging valley”, ma sta crescendo il peso dei distretti presenti in Piemonte e nel lombardo-veneto. Matteo Gentili, presidente di Ucima, commenta con noi i dati del settore.

 

Tracciamo il bilancio di questi primi mesi del 2021

“Il centro studi di Ucima-Mecs ha registrato un +21% rispetto allo stesso periodo del 2020 con una differenza del solo -1,8% rispetto al primo semestre del 2019, anno del record con il superamento degli 8 miliardi di fatturato complessivi. Il tasso positivo non riguarda solo il fatturato ma anche gli ordini che sono aumentati del 10,7%”.

 

La crescita interessa anche l’export. Attualmente su quali Paesi si concentra maggiormente l’esportazione dei nostri macchinari?

“Tra gennaio e giugno l’export ha segnato un +19,3%. L’Unione europea si conferma la principale area di destinazione delle macchine italiane per il packaging e assorbe il 41% del fatturato totale. A seguire l’Asia, con un’incidenza del 19,4%, e dal Nord America al terzo posto, con il 14,4%. Il Nord America è l’unica macroarea che, con un +5,9%, registra una crescita del fatturato rispetto al 2019, anno in cui l’export si fermò a 691,9 milioni di euro. Seguono Europa extra-UE, Africa e Oceania e Centro e Sud America”.

 

Come si era chiuso il 2020?

“L’anno scorso è stato sostanzialmente confermato il giro d’affari dell’anno precedente. Dopo il record del 2019, il comparto nel 2020 ha registrato un calo contenuto, pari al -2,9%, assestandosi su 7,81 miliardi. Un risultato in linea con i 7,9 miliardi del 2018. L’anno alle spalle ha visto inoltre aumentare sia il numero delle aziende censite con un +3,1%, sia il numero degli occupati, salito a 35.630 addetti, con una crescita del 7%”.

 

Parliamo dei settori clienti, tra cui figura – con un ruolo da vero protagonista- anche il cosmetico. E’ vero che la richiesta di macchinari non solo non si è mai fermata, ma è continuata a crescere in questi due anni?

“Si è così. Il settore cosmetico lo scorso anno e questo in scia ha subito un’impennata nella richiesta e di conseguenza della produzione, tra i vari prodotti, di igienizzanti. E nel 2020 ha registrato una crescita del fatturato dell’11,4%”.

 

Che cosa ci dobbiamo aspettare nel secondo semestre 2021?

“I dati del primo semestre dicono molto della bontà del lavoro fatto nel 2020, quando le nostre aziende non si sono mai fermate. Anzi, il comparto ha colto l’occasione della difficile situazione nazionale e internazionale per migliorare e affinare ulteriormente le proprie soluzioni sul fronte delle tecnologie digitali e, per ora, ne stiamo vedendo i frutti. La tenuta del 2020 e la crescita dei primi 6 mesi del 2021 confermano la solidità e il dinamismo del nostro settore che resta particolarmente strategico nel panorama dei produttori di beni strumentali made in Italy. Per la seconda metà dell’anno c’è fiducia, anche perché in diversi mercati si registrano aspettative di crescita”.

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