14-05-2021 ore 16:41 | Economia - Lombardia
di Claudia Cerioli

Lombardia: elevati i numeri degli infortuni sul lavoro. Servono formazione e strategie

I recenti fatti di cronaca hanno riacceso i riflettori (mai spenti, ma affievoliti dall’emergenza Covid) sulle morti sul lavoro. Nel 2020 gli infortuni con esito mortale sono stati 1.270, il 16,6 per cento in più dell’anno precedente e se dividiamo 1.270 per 365 otteniamo 3,47. L’anno scorso nei cantieri, nelle fabbriche, ma soprattutto in ambito sanitario sono morte tra le 3 e le 4 persone ogni giorno. Il dato 2020 evidenzia un aumento di 181 casi rispetto ai 1.089 registrati nel 2019 (+16,6 per cento) e, come spiega l’Inail, l’incremento è influenzato soprattutto dai decessi avvenuti e protocollati al 31 dicembre 2020 a causa dell'infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, che, nel 2020, hanno rappresentato circa un terzo dei decessi denunciati all’Inail da inizio anno.

 

40 casi in più

Le morti da Covid-19 segnalate all’Istituto alla data del 31 marzo sono 551, circa un terzo del totale dei decessi sul lavoro segnalati all’Istituto dal gennaio 2020. Secondo i dati Inail del primo trimestre di quest’anno si osserva un decremento solo dei casi in itinere, passati da 52 a 31. Quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 40 in più (da 114 a 154). L’aumento ha riguardato tutte e tre le gestioni assicurative dell’industria e servizi (da 146 a 158 denunce), dell’agricoltura (da 11 a 16) e del conto Stato (da 9 a 11). Dall’analisi territoriale le regioni che presentano l’aumento più consistente sono il Lazio con 12 casi in più, l’Abruzzo (+8), la Lombardia (+6) e la Campania (+5).

 

Prevenzione e formazione

Sulla base di questi dati, prevenzione e formazione nei luoghi di lavoro devono diventare una strategia e una scelta politica, con più risorse per mettere in sicurezza i processi produttivi e con più ispettori, più controlli e un coordinamento degli interventi. Per questo il gruppo del partito democratico ha presentato una mozione urgente, votata all’unanimità, che impegna la giunta su tre punti. La convocare di una riunione del ‘comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro’; a includere e sviluppare all’interno della proposta di modifica della legge 23 una medicina del lavoro in grado di prevenire gli infortuni, adoperarsi affinché vi sia collaborazione tra il mondo delle imprese, le rappresentanze dei lavoratori e le istituzioni con l’obiettivo di far crescere una cultura della sicurezza.

 

Infortuni in aumento

“La fondamentale prevenzione della diffusione della pandemia non deve spostare l’attenzione dalla ripresa dei ritmi produttivi in corso a scapito della sicurezza sul luogo di lavoro - spiega il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni - le limitazioni agli spostamenti e l’utilizzo intensivo dello smart working (che hanno interessato tutto il primo trimestre 2021, mentre solo in parte il primo trimestre 2020) hanno fatto calare il rischio legato ai trasporti. Ma le denunce di infortuni con esito mortale nel primo trimestre 2021 sono superiori rispetto al 2020, probabilmente perché a gennaio-marzo dello scorso anno la presenza del coronavirus era limitata sia nello spazio (nord e in particolare Lombardia) che nel tempo (mese di marzo). Quest’anno invece il primo trimestre èstato in piena seconda-terza ondata”.

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